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Omraam Mikhaël Aïvanhov

Omraam Mikhaël Aïvanhov (1900-1986) Maestro spirituale di origine macedone, visse dapprima in Bulgaria e nel 1937 si stabilì in Francia dove comunicò l’essenziale del suo insegnamento. 

Attraverso più di 5000 conferenze, esplora la natura umana nel suo ambiente, a scala individuale, familiare, sociale, planetaria. Colui che noi chiamiamo Maestro, nell’accezione orientale del termine, che si riferisce alla padronanza di sé e al talento pedagogico, ci dice: “Quel che io desidero con questo insegnamento, è darvi delle nozioni sulla vita, su voi stessi, su come siete costruiti, sulle relazioni che avete con l’universo intero e sugli scambi che dovete poi fare tra voi e l’universo che è la Vita.” 
Aiutare l’uomo a ritrovare la sua dimensione spirituale (che egli chiama natura superiore o divina), a perfezionarsi, a rinforzarsi e a svilupparsi pienamente nell'ambiente in cui si trova, era il suo obbiettivo prioritario. Omraam Mikhaël Aïvanhov precisa: “Mi sono sforzato sopratutto di chiarire un argomento: le due nature dell’essere umano, la sua natura superiore e la sua natura inferiore, perché questa è la chiave che permette di risolvere tutti i problemi.” 


Ma il lavoro interiore, individuale, si inserisce in una prospettiva più ampia ed universale: permette di acquisire la coscienza che siamo cittadini del cosmo, membri della grande famiglia umana, la fratellanza universale, figli e figlie di uno stesso Creatore. Inoltre, l’insegnamento del Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov ci invita a partecipare alla realizzazione di una nuova era sulla Terra. 
Con la sua radiosità e il suo insegnamento, il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov ha aperto a innumerevoli persone il cammino della crescita interiore. 

 
"Vi chiedete secondo quali criteri si possa riconoscere un vero Maestro spirituale. È molto semplice: un Maestro spirituale deve soddisfare almeno tre condizioni. Prima di tutto, egli deve possedere la conoscenza dell’essenziale, quindi non ciò che gli esseri umani hanno scritto, creato o raccontato, ma "l’essenziale" secondo l’Intelligenza cosmica. In secondo luogo, un Maestro deve poter dominare, padroneggiare e controllare ogni cosa, dentro di sé. Chi è incapace di calmare e armonizzare i moti del proprio essere interiore, può sempre farsi chiamare "Maestro", ma non lo è; e questo titolo, che egli non merita, servirà solo a renderlo ridicolo. La Natura non riconosce i diplomi umani: essa rilascia dei diplomi soltanto a coloro che possiedono la scienza dell’essenziale e che hanno imparato a dominarsi. "E il terzo criterio?", chiederete... Si tratta di una qualità ancora più difficile da acquisire: mettere quella scienza e quella padronanza di sé al servizio dell’amore, per il bene del mondo intero."
 
Esercizi di ginnastica eseguiti dal Maestro Omraam Mikhael Aivanhov al Bonfin

 
Biografia 

"Gli uomini non possono essere veramente trasformati dai libri; per trasformarsi hanno bisogno di 'libri vivi' che li stimolino, li trascinino e li scuotano". 
Il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov è uno di questi libri meravigliosi, degni di essere letti ogni giorno, testimone di una perfetta coerenza tra pensiero, parole e azioni: la sua stessa vita è un esempio del percorso iniziatico.
 
 

  

Dal 1953 la Tenuta del Bonfin accoglie i membri delle associazioni Fratellanza Bianca Universale di tutti i Paesi, per i periodi dei congressi di Pasqua (circa un mese) e in estate (circa tre mesi). È così che ogni anno centinaia di persone (vedi condizioni di ammissione), vengono per partecipare e per trovare, alla inesauribile sorgente dell’insegnamento del Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov, quegli elementi necessari alla risoluzione dei problemi individuali o collettivi.

Brani tratti dalle sue conferenze

Il nostro Sé superiore dimora nel Sole.

Dovete sapere che siamo venuti sulla terra per evolvere e che, per migliorarci, nulla è più importante del lavoro su noi stessi. Esso è la base del nostro successo, del nostro avvenire e della nostra felicità; al di fuori di questo non ci si deve attendere nulla... Poiché ci stiamo occupando del Sole, vorrei aggiungere anche oggi qualche parola... Più volte vi ho detto che ci si dovrebbe preparare per l'alba già la sera prima, non mangiare troppo, non coricarsi troppo tardi, non fare nulla che l'indomani potrebbe crearvi preoccupazioni o turbamenti, ma sistemare tutto in modo tale da essere liberi, col pensiero limpido e il cuore in pace, senza nulla da mettere a posto, da rimpiangere o da rimediare. Ciò è molto importante. Poi, in questo stato di quiete e di pace, cominciate lentamente, dolcemente a meditare, senza concentrarvi subito intensamente sul Sole. Dapprima date un'occhiata al vostro mondo interiore, per verificare in che stato si trovano i suoi abitanti; se c'è frastuono, se ci sono disordini o rivoluzioni, cercate di calmare ed equilibrare il tutto, poiché solo dopo esservi liberati, dopo aver instaurato in voil'armonia e la pace, potete proiettarvi verso il Sole, immaginarlo come un mondo meraviglioso, popolato dalle creature più perfette, dagli esseri più luminosi che vivono nell'intelligenza sublime, nell'amore assoluto, nella purezza assoluta e pensare che lassù regnano un ordine, una cultura e una civiltà talida superare ogni immaginazione...
Giorni fa vi dicevo che nel Sole esistono città intere, palazzi, montagne... e voi ne siete rimasti stupiti, increduli! "Come, non ha senso! In quel calore, in quel fuoco, come possono vivere degli esseri?". Ma che cosa ne sapete delle possibilità di Vita, delle condizioni nelle quali  la Vita può apparire, mantenersi e svilupparsi? La Vita è sparsa ovunque nell'universo; perché non potrebbe esserci anche nel Sole? Naturalmente per gli esseri umani le condizioni sono inimmaginabili e, per ora, nessuno mi vorrà credere... Bisognerà indagare sul fatto! Preparatevi dunque ad andare a verificare e ricordate che ognuno dovrà fare personalmente le proprie indagini. Non bisogna credere agli altri né dare ascolto alle storie. Ci dobbiamo piuttosto equipaggiare per fare un'ascensione fino al Sole! "Ma come - direte - nessun aereo e nessun missile potrebbero raggiungerlo".

È vero, ma il Signore ci ha dato tutti gli strumenti, tutti i mezzi necessari, non abbiamo forse il pensiero e l'immaginazione che costituiscono possibilità straordinarie? Con il pensiero e con l'immaginazione si va diritti verso il Sole.Se vi dicessi che siete già nel Sole senza rendervene conto?

Non lo sentite, ma una piccola parte di voi, un elemento molto sottile, già vi dimora. La scienza non è ancora riuscita a studiare realmente l'uomo, non sa ancora tutto ciò che di immenso, di ricco,di vasto e di profondo egli rappresenti. Ciò che si vede di lui, il suo corpo fisico, non è tutto, questo lo sapete già; l'uomo possiede altri corpi di materia sempre più sottile. Vi dicevo la stessa cosa a proposito della Terra. La Terra non è unicamente la parte che si vede ma è racchiusa nell'atmosfera che si eleva sino a varie decine di chilometri e che si divide in vari strati, ognuno dei quali ha un suo nome ben preciso. Quello che la scienza non sa è che in questi strati si trova un'infinità di elementi, di entità e che al di làdell'atmosfera, la terra possiede anche un corpo eterico che non si vede, ma che giunge fino al Sole, anzi, lo tocca... Quindi il corpo eterico della terra si fonde con quello del Sole; anch'egli possiede un corpo eterico che si estende oltre la propria sfera, fino alla terra e oltre, fino a includere persino i pianeti più lontani. Ora, dal momento che il Sole e la terra si toccano, sono già fusi l'uno nell'altra e dato che l'uomo è creato a immagine dell'universo, possiede qualcosa che si estende verso l'alto e che va molto lontano. Si tratta di emanazioni, di raggi - se volete - che vanno fino al Sole... È così che l'essere umano, considerato nel suo aspetto superiore, sublime, divino, dimora già nel Sole senza però esserne cosciente, perché lavora solamente con il cervello e le cui possibilità sono limitate al mondo fisico. Quello che vi sto dicendo vi sembrerà incredibile, poiché siete abituati a concetti troppo bassi e limitati per potermi capire e accettare una simile filosofia. Queste sono comunque, cari fratelli e sorelle, verità da conoscere e da studiare. Quando un essere umano comincia a studiare nella scuola divina della Fratellanza Bianca Universale, si sposta progressivamente da una regione limitata della coscienza, unicamente sensoriale e fisica, a una regione superiore, quella della supercoscienza.
La regione della supercoscienza è immensa; essa ha migliaia di livelli che si devono percorrere fino a raggiungere la consapevolezza d'essere già abitanti del Sole e di esistere già nel Sole stesso. Questa parte di noi, questo essere, questa entità che dimora nel Sole è il nostro Sé superiore.

Il Sé superiore non abita ancora nel nostro corpo fisico, se così fosse, realizzerebbe veri e propri prodigi; solamente di tanto in tanto si presenta, si manifesta, prende contatto col nostro cervello, ma siccome il cervello non è ancora preparato a sopportarne la frequenza e a vibrare all'unisono con lui, il Sé superiore se ne va. Tuttavia, Egli lavora sul nostro cervello, lo prepara e il giorno in cui lo renderà capace di ospitarlo, verrà a dimorare in noi. Il nostro Sé superiore non è altro che Dio stesso, una parte di Dio; per questo nei mondi superiori noi siamo Dio, perché nulla esiste al di fuori di Dio. Dio si manifesta attraverso il Creato e le sue creature, noi siamo dunque una Sua particella, non esistiamo separatamente da Lui. La vera illusione è di crederci separati. Quando i saggi parlano di Maya, l'illusione, non si riferiscono al mondo materiale, il mondo non è Maya, ma lo è il nostro sé inferiore, perché ci dà l'illusione di esistere come esseri separati dalla Divinità. Il Mondo è una realtà, come lo è pure la materia; anche le menzogne e l'Inferno sono delle realtà. L'illusione, ve lo ripeto, viene dal nostro sé inferiore che ci spinge sempre a considerarci come degli esseri separati. Finché viviamo su piani troppo bassi, sul piano del nostro sé inferiore, siamo nell'errore, siamo in uno stato d'illusione e non possiamo percepire la Vita unica, universale, cioè quell'Essere cosmico che tutto pervade. Il nostro sé inferiore ci impedisce di sentirLo e di comprenderLo. Ora, il lavoro che facciamo al mattino col Sole, grazie alle meditazioni e alle preghiere, ha proprio lo scopo di ristabilire il legame, di costruire un ponte fra il sé inferiore e il Sé superiore che dimora nel Sole. Quando il ponte sarà costruito, si renderà possibile la comunicazione e allora ritorneremo verso il nostro Sé superiore che vive accanto a Dio, nella gioia, nella felicità, in una libertà senza limiti. Sì, una parte di noi abita già in Dio, in una condizione di felicità indescrivibile. Ecco una cosa che dovete capire, miei cari fratelli e sorelle, proprio perché siete stati educati e istruiti sulla base di concetti che nulla hanno in comune con queste verità. Per voi è difficile accettare una simile idea ma si tratta della più grande verità. Se continuerete a lavorare solo col sé inferiore, con i cinque sensi, con la coscienza della separazione, con la convinzione di essere creature a sé stanti, lontane dalla Vita collettiva, dalla Vita universale, vivrete sempre nelle illusioni e nel falso, lotterete, vi batterete, soffrirete, ma non troverete mai la pace, perché in questo stato di separazione, è assolutamente impossibile. Finché si pensa e si ragiona egoisticamente, si rimane infelici e tormentati, perché su questa base non si trova la serenità. Se invece si riesce ad abbandonare questa filosofia, se si fanno almeno degli sforzi per uscirne, a poco a poco ci si sentirà compenetrati dalla Vita universale, si vivrà nello spazio infinito, nell'eternità.


Ciò sarà talmente straordinario che non ci si renderà conto di che cosa stia succedendo... ma vuole dire ritrovare finalmente la realtà, la Vita divina. Migliaia di creature sono vissute in questo stato di coscienza; perché non dovreste riuscire anche voi?

È molto semplice, molto facile, miei cari fratelli e sorelle, ma impossibile da realizzarsi finché nutrirete il concetto di separazione, la convinzione di essere creature staccate, estranee l'una all'altra e che potete impunemente far del male, danneggiare, ferire...
Pensando in questo modo, senza esserne coscienti, è a voi stessi che fate del male, perché voi dimorate anche negli altri. Ma questa è una cosa che non potete ancora comprendere.Un giorno, quando comincerete ad avvicinarvi a quel Sé superiore che dimora nel Sole, che dimora negli altri pianeti, che dimora nella terra, negli alberi, negli oceani, nelle montagne e anche in tutti gli esseri, quel giorno tutte le sofferenze che infliggerete agli altri saranno le vostre sofferenze; quando farete del male, soffrirete, perché sentirete che quel male l'avete fatto a voi  stessi.
Sì, vi sto parlando di cose insolite, eccezionali, ma assolutamente vere, conosciute dagli Iniziati da millenni.

Tutta questa luce è giunta a me da epoche molto lontane e io ve la trasmetto.
Sappiate d'ora in poi che il Sole ci aiuta enormemente nel tentativo di ristabilire il ponte fra noi e il nostro Sé superiore. Senza il suo aiuto, l'uomo vivrà forse ancora migliaia di anni nella filosofia della separazione, senza mai trovare quella pienezza che cerca.
L'uomo deve introdurre in sé la filosofia dell'unità universale, quel punto di vista che consiste nel sentirsi uno con il Creatore, uno con tutte le Entità Luminose, con gli Angeli, con gli Arcangeli, con le Divinità. Grazie a questa filosofia egli brucerà le tappe avvicinandosi rapidamente ed efficacemente alla Sorgente...

Ora vi insegnerò un metodo che vi aiuterà. Quando al mattino assistete al levar del Sole, pensate di essere già lassù, e dal Sole guardatevi laggiù sul Rocher; sdoppiatevi, separatevi dal vostro corpo, divertitevi nel guardarvi e sorridete di voi stessi dicendo: "Ma guarda com'è piccolo, com'è buffo! E dire che quello sono io! Lo voglio aiutare, lo aiuterò!". E con questo esercizio d'immaginazione, giorno dopo giorno, comincerete a stabilire un ponte... Non si sa quanto tempo richiederà tale costruzione, poiché non si lavora con ferro, calcestruzzo o acciaio, ma con un'altra materia, una materia molto sottile, quella del piano mentale. 

Siete tutti chiamati a compiere questo lavoro; ci sono fra voi dei candidati per andare fin lassù? Una volta arrivati nel Sole, immaginate anche di far visita all'Arcangelo che lo governa e di parlargli, immaginate che vi prenda fra le braccia, che vi riveli dei segreti, che vi doni la sua luce e che voi inviate dei raggi di questa luce a quell'essere laggiù, seduto sul Rocher, a quell'essere che - per così dire - siete voi, ma che non siete realmente voi. In questo modo cominciate a sentire una forte espansione della vostra coscienza, una pace celeste; ed è quando ci si trova in questo stato che arrivano delle rivelazioni straordinarie...


Potrete così sviluppare nuove facoltà per comprendere e compenetrare le cose e divenire poco a poco un essere eccezionale che esteriormente continua ad assomigliare agli altri ma che, interiormente, non è più lo stesso poiché nuove possibilità si sono sviluppate in lui. Evidentemente, non ci si può concentrare sempre sullo stesso soggetto, per questo vi insegnerò altri metodi che potrete praticare successivamente e pensare così al Sole ogni giorno in un modo differente. È tale la varietà di metodi, che non correrete di certo il rischio d'annoiarvi. Non bisogna concentrarsi ogni giorno sullo stesso esercizio. Si potrebbe dire che l'intelletto funziona come lo stomaco. Infatti, esso ha bisogno di variare il tipo di cibo introdotto e se gli si impone tutti i giorni lo stesso alimento, col tempo non potrà più sopportarlo e si ribellerà. Insistendo, si verrà colpiti dapprima da mal di testa e poi da altri disturbi. Allora, che cosa si deve fare quando si ha la sensazione che la mente non voglia più concentrarsi sugli stessi argomenti trattati nei giorni precedenti? Cercate un altro soggetto a condizione però di restare simbolicamente parlando, nel campo "vegetariano" ovvero spirituale. Scorrendo il menù, occorre dunque cercare qualcosa che solleciti il gusto personale, "Delle pere? No... Delle uova? No... Dei limoni? Ah, sì molto bene..." e vi gettate sui limoni. E l'indomani... dei peperoni? Bene vada per i peperoni.

Avete una gamma molto vasta di proposte fra cui scegliere. Quindi, come vedete, per il lavoro spirituale bisogna avere esperienza, bisogna conoscere i fattori psicologici, altrimenti è impossibile avanzare! Io sono qui proprio per indicarvi i mezzi e i metodi che faciliteranno il vostro lavoro andando sempre nella stessa direzione. Si devono variare i metodi, ma occorre dirigersi sempre nella stessa direzione cioè verso il centro, verso il Creatore, verso la luce, verso la libertà, verso lo splendore...

Queste rivelazioni in merito al vostro Sé superiore possono apportarvi molta speranza e aumentare il vostro coraggio. Ora non potete più sentirvi come esseri miserabili, insignificanti, smarriti. Il Sé Superiore di ognuno di voi, senza eccezioni, si trova nel Sole. L'unica differenza sta nel fatto che alcuni lo troveranno presto e altri più tardi e ciò dipende da numerosi fattori, fra cui lo stato buono o cattivo nel quale si trova il corpo fisico. Coloro che hanno lavorato a lungo per preparare il corpo, il cervello e i polmoni per avvicinarsi a tale verità, arriveranno molto prima alla realizzazione del Sé. Ciò che vi rivelo deve allontanare da voi delusioni, amarezze e scoramenti e deve darvi una speranza assoluta: un giorno giungerete tutti in porto. Sappiate che otterrete ciò che desiderate; non posso dirvi entro quanto tempo, ma lo otterrete, perché secondo le leggi della natura vivente, l'uomo, alla fine, ottiene tutto ciò che desidera con ardore e costanza. Continuate quindi a desiderare le cose migliori. Colui che desidera la bellezza, per esempio, diventerà bello, espressivo, tanto che, ovunque andrà, tutti saranno sorpresi e diranno:
"Signore Iddio, oggi Ti ho visto, Ti ho contemplato, Ti ho sentito. Oh, Signore Iddio quanto sei bello!". Colui che ama la potenza, ma una potenza che rigenera, che guarisce, che calma e migliora gli uomini, quella potenza che apporta ovunque armonia,
ebbene egli l'otterrà e le creature diranno al suo passaggio: "Signore Iddio, Ti ho sentito oggi, sei passato accanto a me. Come sono felice! Voglio seguirTi, voglio venire verso di Te". E un altro che avrà desiderato la scienza e l'intelligenza, proietterà luce dappertutto e grazie alle rilevazioni che sarà in grado di dare, condurrà gli esseri verso il Creatore. Colui che desidera l'Amore, sarà l'incarnazione dell'amore divino, del suo calore, del suo profumo e ovunque passerà, riverserà nei cuori e nelle anime qualcosa di buono, di amorevole e di affettuoso. Colui che ama la purezza ne diventerà una fonte e ovunque intorno a lui farà sparire impurità e brutture. Diventare come un fiume, come una cascata, come un lago, non è meraviglioso? Allora concentratevi, scegliete la virtù che più vi attrae e lavorate su di essa.
Più tardi lavorerete anche sulle altre virtù, perché dobbiamo diventare perfetti come il nostro Padre celeste, dobbiamo diventare esseri di purezza, di luce, d'intelligenza, di bontà, d'amore, di potenza, di bellezza...
Vale perciò la pena di assistere al sorgere del Sole per proiettarsi verso l'alto, per elevarsi con tutte le proprie forze, con tutta la propria energia verso un grande ideale...

Guardate quali ideali vi propone l'umanità: il denaro, il piacere, la ribellione...

Qui invece camminate verso lo splendore, la pienezza, la vera ricchezza...
Se abbandonate queste meraviglie per seguire filosofie vaghe, dov'è allora la vostra capacità di discernimento? Saziatevi di questi nutrimenti celesti e
quando venite sul Rocher ringraziate di avere queste possibilità,
ringraziate di poter godere di queste condizioni così favorevoli, di questa pace,
di questa purezza, di questa frescura. Che purificazione, che pulizia avvengono in voi!
Ed è proprio questa purificazione che apporta e risveglia tutte le altre qualità divine.

 

Vi darò ora alcuni esercizi da fare con i quattro elementi. Imparerete a lavorare con il fuoco, con l'aria, con l'acqua e con la terra. Se sapeste quale lavoro sta compiendo la terra e soprattutto il Rocher su cui ci troviamo! Non ve ne ho ancora parlato. Questa roccia è un essere intelligente e vivo. Essa è qui per servirci, mentre assorbe molte delle nostre impurità; le inghiotte, le invia verso il centro della terra dove si trovano laboratori e operai che lavorano per trasformarle e restituircele tramutate in materia cristallina, sottile. Non lo sapevate? Io amo questo Rocher perché ci toglie la stanchezza e le impurità, ma bisogna sapere come rivolgergli la parola, perché non accetta di aiutare chiunque; si deve essere molto gentili e lo si deve trattare con molta intelligenza. Sì, credetemi, c'è tanto lavoro da fare, ma un essere immerso in preoccupazioni prosaiche non riesce a concentrarsi su un tale lavoro evolutivo e non può nemmeno immaginarselo! Bisogna essere liberi per dedicarsi a questi compiti. Io non invento nulla, si tratta di esercizi che pratico da molto tempo.  In genere non ve ne parlo, perché aspetto che il mondo invisibile mi chieda di farlo. Sono molti gli esercizi, di cui non avete la minima idea, che pratico ormai da tempo!
Ringraziate il Cielo e chiedetevi che cosa avete fatto di utile affinché il Buon Dio vi conceda rivelazioni del genere. Si dimentica sempre di ringraziare il Signore per il lato buono dell'esistenza; quando si presenta un ostacolo, si dice: "Che cosa ho fatto al Buon Dio per soffrire tanto?" In realtà è chiaro, è inutile chiederselo. Si è stati sciocchi o cattivi o deboli; non c'è altra spiegazione. Non vi tormento forse nel farvi sostare qui, in pieno Sole, su questo Rocher? C'è comunque un po' di frescura, una gradevole brezza che viene a ristorarci... Bene, tranquillizzatevi, ora scenderemo e continueremo un'altra volta. Per il momento ricordate solo una cosa, ogni mattina, quando arrivate, lasciate da parte tutto, considerate il Sole come la cosa più importante, concentratevi su di lui, cercatevi in lui e costruite un ponte...

 Bonfin 1° agosto 1967  

 

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«L’ideale sarebbe fare ogni mattina i nostri esercizi di ginnastica e di respirazione nella natura, in modo da beneficiare di una maggiore purezza dell’aria, poiché è nell’aria che possiamo raccogliere quella preziosissima quintessenza che gli yogi indiani hanno chiamato “prana”. Il prana è un’energia vitale sparsa ovunque nella terra, nell’acqua, nell’aria e nel fuoco; esso però è trasportato principalmente dai raggi del sole, e il momento in cui è più abbondante è nelle prime ore del mattino. Ogni sua particella è come una piccola goccia cristallina, una piccola sfera luminosa in sospensione, colma di un’essenza spirituale, e attraverso la respirazione noi assorbiamo alcune gocce di Luce. Facendo passare coscientemente l’aria attraverso le narici, mettiamo in funzione i nostri centri sottili che lavorano per estrarne la quintessenza. Una volta captata, questa quintessenza comincia a circolare; essa è come un fuoco che corre lungo le ramificazioni nervose situate su entrambi i lati della colonna vertebrale. Così come il sangue circola attraverso le vene, le arterie e i capillari, allo stesso modo il prana circola attraverso il nostro sistema nervoso. Dal nostro modo di respirare dipende quindi non solo la nostra salute fisica, ma anche l’acquisizione delle facoltà spirituali, il risveglio dei chakra.  »«Affinché la gioia non vi abbandoni più, sforzatevi di elevarvi più spesso che potete fino alle regioni dell'anima e dello spirito. Solo l'anima e lo spirito hanno il potere di farvi vivere nello spazio infinito e nell'eternità. A quel punto, anche se foste colpiti da un male, anche se doveste soffrire, provereste ancora gioia. La sofferenza e la gioia... Direte che non è possibile vivere contemporaneamente due stati d'animo così contraddittori. Sì invece, è possibile. Perché? Perché noi siamo fatti di due nature: una natura puramente umana, che è debole, vulnerabile, e che percepisce sempre in modo doloroso la minima contrarietà, il minimo ostacolo, la minima perdita; e una natura superiore, che nessun male può raggiungere poiché vive in un'eterna luce, un'eterna felicità. Se tutto ciò che vi accade imparerete a osservarlo dal punto di vista della vostra natura superiore, finirete anche per scoprire che la tristezza e il dispiacere sono una specie di limo fertile di cui possono nutrirsi gli alberi e i fiori del vostro giardino interiore per svilupparsi.»

«Agli uomini e alle donne che hanno dato qualcosa di veramente buono a una società, a un paese o anche a tutta l’umanità, si innalzano monumenti o statue. E a giusto titolo. Tuttavia, io ritengo che coloro ai quali dovremmo erigere i più bei monumenti e le più belle statue sono i nostri nemici… Sì, perché sono loro i nostri veri benefattori! Grazie ai nostri nemici, siamo costretti a diventare più vigili, più intelligenti, più pazienti, più padroni di noi stessi. Per sopportare le difficoltà che essi ci creano, dobbiamo andare alla scoperta di regioni interiori di pace e di luce che, senza di loro, non avremmo mai cercato di esplorare. Pensate che quel che sto dicendo non sia serio? Riflettete comunque un po' su questo concetto: con il loro affetto e i loro complimenti, i nostri amici spesso ci addormentano, mentre i nostri nemici ci stimolano. Voi direte: «Ma quelle persone ci sono ostili, ci avvelenano la vita!» Certo, ma se avete il sincero desiderio di avanzare, riceverete il sapere e la forza per utilizzare tutti gli ostacoli che essi mettono sul vostro cammino. Quegli ostacoli saranno come tanti scalini che vi permetteranno di salire sempre più in alto.»

«Al mattino, fin dal risveglio, prima di ogni altra cosa, pensate ad armonizzarvi con le entità celesti: dite a quelle entità che volete entrare nella loro armonia. Fate appello alle creature luminose che popolano lo spazio, concentratevi su di esse e cercate di immaginare quanto sono belle, pure e colme d’amore. Se il vostro desiderio è sincero, per la legge di affinità riuscirete a entrare in contatto con loro. Qualcosa accadrà in voi: il vostro cuore, il vostro intelletto, la vostra anima e il vostro spirito vibreranno all’unisono con il mondo divino. Tutto il vostro essere diverrà uno strumento ben accordato e l’armonia che sarete riusciti a creare darà la sua impronta alla giornata che sta iniziando.
Quanti incontri e avvenimenti nella vita possono turbarvi, farvi perdere la vostra gioia e la vostra pace! Ma qualunque cosa accada, vi rimane sempre il potere di armonizzarvi con le entità celesti, affinché l’armonia di cui esse riempiono lo spazio scenda ad abitare in voi.»

«All'avvicinarsi della vecchiaia si è naturalmente portati a guardarsi indietro, ed è allora che per molte persone inizia il periodo dei rimpianti. Sentono di aver trascorso troppo tempo nelle futilità, ma pensano che anche se cercano di prendere un'altra direzione dando più spazio alla vita interiore, è troppo tardi: non recupereranno mai il tempo perduto. Ovviamente, quando la vecchiaia è arrivata, è un po' tardi per cambiare completamente vita, ma non è troppo tardi, non è mai troppo tardi per cominciare qualcosa di costruttivo. Per quelle persone sarebbe peggio trascorrere nei rimpianti il tempo che rimane loro da vivere. È comprensibile che rimpiangano, ma c'è di meglio da fare che rimpiangere. Esse possono almeno ritornare su tutti gli avvenimenti della loro esistenza per trarne delle lezioni. Una volta tratte quelle lezioni, mettano all'opera tutto l'amore, l'intelligenza e la volontà che ancora rimangono in loro per dare alla propria vita quel senso che non avevano ancora saputo trovare.» 

«Alla morte di una persona cara, parente o amico, è naturale sentire il bisogno di rimanere attaccati ai ricordi: oggetti, lettere, fotografie… Ma ciò non è sufficiente per conservare la sua presenza. Perché la presenza di un essere non è insita negli oggetti, ma è nel suo spirito. E finché si rimane lì a girare intorno a qualche oggetto o a guardare fotografie, non si tratta di spirito, ma di materia. Anche andare in raccoglimento su una tomba è naturale, ma ciò che si trova nella tomba è il corpo, non lo spirito. Lo spirito ha bisogno di libertà, e fa degli sforzi per liberarsi dal corpo e viaggiare nell’immensità, che è la sua vera patria. Se si soffre e si piange su una tomba, come se la persona che si trova lì, adagiata nella bara, dovesse restarci per l’eternità, si limita e si disturba il suo spirito che desidera soltanto liberarsi. Non si ritrova un essere caro piangendolo. Se volete veramente trovarlo, sforzatevi di andare a cercarlo là dove si trova, in alto nella luce.»

«L’Amore è caratterizzato dalla capacità di scoprire continuamente qualcosa di nuovo nella natura e negli esseri umani. Spontaneamente, due esseri che si amano si vedono sempre nuovi e si meravigliano l’uno dell’altro senza stancarsi. Ogni giorno hanno l’impressione di incontrarsi per la prima volta. Se però giunge il momento in cui, per una ragione qualsiasi, non si amano più, sono la monotonia e la noia a instaurarsi in loro. Essi sono stanchi l’uno dell’altro e si mettono alla ricerca di un nuovo amore… per poter ricominciare a meravigliarsi ogni giorno.Sì, l’Amore ha occhi molto speciali. Perciò, se amate la natura, anch'essa vi apparirà sempre nuova. Quando al mattino andate ad assistere al sorgere del Sole, in apparenza quella che avete davanti a voi è sempre la stessa palla di fuoco; ma se amate il Sole, ogni mattina avrete la sensazione di vederlo per la prima volta e ne riceverete una nuova luce, un nuovo calore e nuove energie.»

«Anche quando gli esseri umani hanno smesso di credere agli dèi che nei loro banchetti si nutrivano di nettare e ambrosia, non hanno però mai smesso di interessarsi alla ricerca di un elisir, di una bevanda dell'immortalità, e questo avviene ancora oggi. In realtà quell'elisir è diffuso ovunque, nella terra, nell'acqua, nell'aria e soprattutto nei raggi del sole. È dunque là che possiamo raccoglierlo, imparando a utilizzare con saggezza e amore tutto ciò che il Creatore ha messo a nostra disposizione nella natura.
È comprensibile che ciascuno voglia mantenersi in vita e in salute il più a lungo possibile, ma la vocazione dell'essere umano non è quella di rimanere all'infinito sulla terra; prima o poi dovrà lasciare il suo corpo fisico. Si dice che “muore”, ma in realtà continua a vivere: con il suo spirito, egli è vivo. Se aspira all'immortalità, è perché nel profondo ha l'intuizione di essere immortale. È però nel suo spirito che egli è immortale, e non nel suo corpo fisico. La coscienza dell'immortalità, così come la coscienza dell'eternità, è per l'uomo una conquista della vita spirituale. Allora, impari a dare alle proprie attività quotidiane una dimensione più vasta, un significato più elevato, e a poco a poco riuscirà a dissetarsi alle sorgenti della vita eterna.»

«Arate, seminate e irrigate ogni giorno la vostra terra interiore e non chiedete che gli altri si rendano conto del vostro lavoro. Se lo farete coscienziosamente, un giorno tutti saranno costretti a riconoscerlo e ad apprezzarlo, poiché le leggi sono veritiere. Immaginate un giardiniere che abbia appena interrato un seme straordinario, unico… Essendone talmente contento e fiero, vuole che tutti ne siano al corrente; allora, ogni volta che si presentano dei visitatori, dissotterra quel seme e lo mostra loro dicendo: «Vedete? L'ho seminato io. Guardatelo bene: tra qualche tempo diverrà un albero eccezionale con frutti deliziosi, e voi ne mangerete…». Ovviamente ben presto sarà la fine del povero seme. Ridete? Eppure è proprio ciò che molti spiritualisti hanno tendenza a fare: dissotterrano quel che hanno appena seminato affinché gli altri sappiano che albero magnifico stanno facendo crescere, ed è il modo migliore per ucciderlo. Non si deve estrarre il seme dal terreno; occorre aspettare che l’albero appaia da sé agli sguardi di tutti e cominci a dare frutti.»

«Ascoltate scorrere l'acqua di una sorgente, di una cascata, di una fontana... Concentratevi su quell'acqua, immaginate che essa vi attraversi, che porti via tutto ciò che in voi è pesante e oscuro, e vi inondi di una vita nuova. Se vi è possibile, immergete le mani in quell'acqua... Ma a volte è sufficiente lasciar scorrere sulle vostre mani l'acqua del rubinetto. L'essenziale è il lavoro che riuscite a fare tramite il pensiero, sapendo che le mani sono luoghi di passaggio per tutte le correnti di energia che attraversano lo spazio. Poste all'estremità delle braccia, le mani svolgono il ruolo di antenne: è attraverso le nostre mani che riceviamo gli influssi del mondo esterno, ed è sempre attraverso di esse che proiettiamo gli effluvi formati dai nostri stati psichici. Concentrandoci sull'acqua, possiamo liberarci della nostra fatica, delle nostre preoccupazioni, e ricevere correnti di vita pura. E la stessa cosa vale per i piedi che, a contatto con il suolo, sono anch'essi come antenne riceventi ed emittenti. Quando vi sentite smagnetizzati, spossati, versate dell'acqua fresca in una bacinella, immergete i vostri piedi e, pensate che tutto quello che vi sovraccarica e vi oscura sarà portato via dall'acqua.»

«Avete la sensazione profonda di aver trovato la strada giusta? Allora, seguitela senza chiedere l’opinione di nessuno. Se volete assolutamente porre delle domande, ponetele alla vostra anima, al vostro spirito, al vostro Dio interiore. Obietterete che non avete mai ricevuto la minima risposta da loro: ebbene, vi sbagliate. Ogni volta che interrogate il principio divino che è in voi, ricevete una risposta. Se non la sentite, significa che i muri della vostra coscienza sono troppo spessi. Diminuite lo spessore di quei muri, e constaterete che ogni volta vi viene data una risposta. Quando avete bisogno di essere guidati, rivolgete la vostra domanda al Cielo: fatelo sinceramente, intensamente. Una volta espressa la domanda, non pensateci più: la risposta verrà, entro un lasso di tempo più o meno lungo, tramite un animale, un oggetto, una frase letta o ascoltata, l’incontro con una persona, un sogno. Naturalmente, per riconoscerla bisogna saper essere attenti. Se ci riuscirete, sarete stupiti nel vedere il modo in cui il mondo invisibile vi dà le sue risposte.»

«Avete trascorso una bella giornata. Ma ecco che in serata si verifica un incidente doloroso che vi infonde tristezza e scoraggiamento. Non coricatevi prima di aver fatto un lavoro interiore per liberarvene. Altrimenti, l'indomani, al risveglio, constaterete che tutto ciò che di buono avevate vissuto il giorno prima è stato cancellato dall'incidente sopraggiunto in serata, ed è quest'ultima sensazione a rimanere impressa in voi. Direte: «Ma com'è possibile che quel momento sgradevole sia stato capace di cancellare un'intera giornata trascorsa nell'armonia e nella pace?» Ebbene, il fatto è per l'appunto che nulla rimane senza conseguenze, e un malessere provato a fine giornata sarà avvertito l'indomani, se non farete nulla per neutralizzarlo. Ogni sera, al momento di coricarvi, sforzatevi di scacciare tutto ciò che può oscurare la vostra coscienza. Fate appello ai migliori pensieri e ai migliori sentimenti affinché vi accompagnino durante il viaggio che farete nell'altro mondo. L'indomani entrerete liberi e pieni di coraggio nel nuovo giorno.»

«C'è da imparare una lezione dal modo in cui il serpente cambia la pelle. Il serpente sente che una nuova pelle si è formata sotto la vecchia e cerca nelle rocce una fessura o un foro stretto dove si infila con difficoltà: deve sforzarsi per passare dalla porta stretta. Quando esce dalla strettoia, ha una pelle nuova, quella vecchia è stata strappata via. Allo stesso modo ognuno di noi deve passare prima o poi attraverso la porta stretta, per riuscire a perdere la vecchia pelle, cioè le vecchie idee, le vecchie abitudini, i vecchi ragionamenti. Anche per voi verrà questo momento. Sarà certo un passaggio difficile, ma non abbiate paura, non turbatevi! Rallegratevi se perdete la vecchia pelle, perché in tal modo diventerete un essere nuovo con una comprensione più ampia, un cuore più generoso ed un comportamento che porterà agli altri solo benedizioni.»

<<Cercate la felicità? Allora amate, perché solo l’amore porta la felicità. Sì, l’Amore, non la scienza, e nemmeno la filosofia. Coloro che sanno molto, che riflettono molto, non sono necessariamente felici, perché ciò che scoprono non è sempre divertente. Coloro che invece hanno tanto amore nel proprio cuore, anche se non sanno gran che, sono molto più felici. Perché? Perché Dio ha posto la felicità nel cuore, e non nell’intelletto. La scienza e il sapere non possono portarci la felicità: preparano il cammino, lo illuminano, danno un orientamento, ma sono incapaci di renderci felici. Direte: «Ma ci sono talmente tante persone che hanno avuto dell’amore esperienze dolorose e persino tragiche!» Sì, perché non sapevano dove cercare l’amore e come amare. Allora, se volete veramente essere felici, imparate ad amare.»

«Che gli esseri umani siano imperfetti è evidente, ma l'atteggiamento che consiste nel sottolineare senza sosta i loro difetti non è affatto pedagogico. La questione è sapere se ci si accontenta di esprimere il cattivo umore, l'esasperazione ispirata dalla loro condotta, o se invece si desidera aiutarli. Se desiderate realmente aiutare qualcuno a cambiare comportamento, rivolgetevi a ciò che vi è di migliore in lui, mostrategli che vedete le sue qualità (ciascuno ne ha almeno una) e fate appello a esse. In tal modo toccherete il suo amor proprio, egli cercherà di non deludervi, e così lo incoraggerete a migliorarsi. Questa regola può essere verificata in particolar modo con i bambini. Non si educa un bambino insistendo sui suoi difetti, trattandolo da incapace, da pigro, da bugiardo, da disonesto. Sotto il peso di quelle accuse il bambino perde qualsiasi voglia di fare degli sforzi: dal momento che vi siete formati di lui un'opinione definitiva, perché dovrebbe cercare di cambiare? Ma mostrategli che può sempre fare meglio perché è la verità e a quel punto sì, avrete qualche probabilità di educarlo.»

«Chi prova il bisogno di lavorare per il bene dell'umanità non si domandi se riuscirà o fallirà, poiché tale domanda introduce in lui un'esitazione, un dubbio che lo frena nel suo slancio. Deve lavorare, tutto qui. La storia dei popoli ci insegna che non si può esprimere un giudizio sul valore degli esseri prendendo come solo criterio i loro successi o i loro fallimenti. Quelli che hanno avuto successo non necessariamente sono i più grandi, e quelli che hanno fallito non sono di minore elevatezza. Il loro esempio ha nutrito lo slancio di una moltitudine di altri esseri: sono stati come una semenza, come un lievito; un giorno l'obiettivo verrà raggiunto e ancor meglio di quanto potessero sperare. Ogni creatura viene sulla terra con una determinata missione e, spesso, coloro che sono incaricati delle più grandi missioni sono destinati a fallire, almeno in apparenza. Essi però hanno preparato il terreno – che è la cosa più difficile – per altri che, beneficiando dei loro sforzi, riusciranno. Perciò, quelli che riportano successi devono pensare con riconoscenza a tutti gli uomini e le donne che prima di loro hanno lavorato affinché quei successi fossero possibili. Quegli uomini e quelle donne hanno fatto dei sacrifici, a volte sono stati anche vittime, ma è possibile che ritornino in un'altra vita per raccogliere il frutto del proprio lavoro.»

«C'è da imparare una lezione dal modo in cui il serpente cambia la pelle. Il serpente sente che una nuova pelle si è formata sotto la vecchia e cerca nelle rocce una fessura o un foro stretto dove si infila con difficoltà: deve sforzarsi per passare dalla porta stretta. Quando esce dalla strettoia, ha una pelle nuova, quella vecchia è stata strappata via. Allo stesso modo ognuno di noi deve passare prima o poi attraverso la porta stretta, per riuscire a perdere la vecchia pelle, cioè le vecchie idee, le vecchie abitudini, i vecchi ragionamenti. Anche per voi verrà questo momento. Sarà certo un passaggio difficile, ma non abbiate paura, non turbatevi! Rallegratevi se perdete la vecchia pelle, perché in tal modo diventerete un essere nuovo con una comprensione più ampia, un cuore più generoso ed un comportamento che porterà agli altri solo benedizioni.»

«Che gli esseri umani siano imperfetti è evidente, ma l'atteggiamento che consiste nel sottolineare senza sosta i loro difetti non è affatto pedagogico. La questione è sapere se ci si accontenta di esprimere il cattivo umore, l'esasperazione ispirata dalla loro condotta, o se invece si desidera aiutarli. Se desiderate realmente aiutare qualcuno a cambiare comportamento, rivolgetevi a ciò che vi è di migliore in lui, mostrategli che vedete le sue qualità (ciascuno ne ha almeno una) e fate appello a esse. In tal modo toccherete il suo amor proprio, egli cercherà di non deludervi, e così lo incoraggerete a migliorarsi. Questa regola può essere verificata in particolar modo con i bambini. Non si educa un bambino insistendo sui suoi difetti, trattandolo da incapace, da pigro, da bugiardo, da disonesto. Sotto il peso di quelle accuse il bambino perde qualsiasi voglia di fare degli sforzi: dal momento che vi siete formati di lui un'opinione definitiva, perché dovrebbe cercare di cambiare? Ma mostrategli che può sempre fare meglio perché è la verità e a quel punto sì, avrete qualche probabilità di educarlo.»

«Chi prova il bisogno di lavorare per il bene dell'umanità non si domandi se riuscirà o fallirà, poiché tale domanda introduce in lui un'esitazione, un dubbio che lo frena nel suo slancio. Deve lavorare, tutto qui. La storia dei popoli ci insegna che non si può esprimere un giudizio sul valore degli esseri prendendo come solo criterio i loro successi o i loro fallimenti. Quelli che hanno avuto successo non necessariamente sono i più grandi, e quelli che hanno fallito non sono di minore elevatezza. Il loro esempio ha nutrito lo slancio di una moltitudine di altri esseri: sono stati come una semenza, come un lievito; un giorno l'obiettivo verrà raggiunto e ancor meglio di quanto potessero sperare. Ogni creatura viene sulla terra con una determinata missione e, spesso, coloro che sono incaricati delle più grandi missioni sono destinati a fallire, almeno in apparenza. Essi però hanno preparato il terreno – che è la cosa più difficile – per altri che, beneficiando dei loro sforzi, riusciranno. Perciò, quelli che riportano successi devono pensare con riconoscenza a tutti gli uomini e le donne che prima di loro hanno lavorato affinché quei successi fossero possibili. Quegli uomini e quelle donne hanno fatto dei sacrifici, a volte sono stati anche vittime, ma è possibile che ritornino in un'altra vita per raccogliere il frutto del proprio lavoro.»

«Ciò che noi chiamiamo “vita” è in realtà un'alternanza di vita e di morte. Quando al mattino ci svegliamo, nasciamo sul piano fisico e moriamo sul piano astrale; e la sera, quando ci addormentiamo, moriamo al piano fisico per nascere nel piano astrale.
Quando un essere umano arriva sulla terra, viene accolto con ogni genere di festeggiamenti, ma dall'altra parte si segue il suo funerale. Viceversa, quando qui sulla terra un uomo muore, lo si accompagna con marce funebri e pianti, e ci si veste a lutto, mentre dall'altra parte egli viene accolto nella gioia, poiché coloro che lo accolgono dicono: «Finalmente, eccolo di ritorno!».
La legge, rimane immutabile: ciò che è “vita” in una regione, è “morte” in un'altra, e viceversa.»

«Ciò che è limitato non può comprendere l’illimitato. E poiché la coscienza umana è limitata, essa non può conoscere Dio, l’Illimitato. O più esattamente, l’uomo non può conoscere Dio fintanto che rimane al di fuori di Lui. Lo conoscerà solo entrando nell'immensità, fondendosi con essa, confondendosi con essa. Finché una goccia d’acqua rimane separata dall’oceano, non lo può conoscere; ma se ritorna all’oceano, non la si può più separare: la goccia diventa l’oceano e a quel punto lo conosce. Direte: “Ma l’uomo è nell’universo, ne fa parte, non è separato dall'illimitato, da quell'infinito che è Dio”. Sì, ma non ne è cosciente. Viceversa spesso è in piena coscienza che decide di separarsi da Dio, e in seguito dichiara che Egli non esiste. Quindi, se vogliamo conoscere Dio, dobbiamo coscientemente fonderci in Lui, perderci in Lui. A quel punto Lo conosceremo perché diventeremo Lui, e saremo tutt'uno con Lui.»

«Col pretesto che i bambini piccoli non sarebbero coscienti di ciò che accade intorno a loro, i genitori sono negligenti: danno spettacolo delle loro menzogne, dei loro nervosismi, delle loro violenze... E poi si illudono di poter educare i propri figli! Si è potuto osservare, che un neonato può ammalarsi e manifestare turbe nervose a causa delle liti dei suoi genitori, e questo anche se non ne è stato direttamente testimone. La ragione di ciò, sta nel fatto che quelle liti, creano intorno al bambino un'atmosfera di disarmonia, che egli percepisce tanto più intensamente, essendo ancora molto legato ai genitori. Il bambino non è cosciente, ma è il suo corpo eterico a ricevere i colpi. Si vedono certi genitori, comportarsi con una tale noncuranza, che vien da chiedersi, se amino veramente i propri figli. Loro, ovviamente, diranno che li amano. Ma se li amassero, cambierebbero atteggiamento, farebbero almeno lo sforzo di non lasciarsi andare a certi comportamenti, che agiscono così negativamente sui bambini. Se non fanno questo sforzo, è segno che non amano veramente i propri figli.»

«Come conservare il vostro Amore, e cosa fare affinché duri il più a lungo possibile?... Molto semplicemente evitare di gettarvi sull'essere che cominciate ad amare, per divorarlo. Perché dopo le grandi ebollizioni, ben presto subentrerà la stanchezza e voi perderete la vostra ispirazione e la vostra gioia. Proprio come quando qualcuno ha mangiato troppo: il cibo non gli dice più nulla. Gli esseri umani, hanno sempre una gran fretta di distruggere quel che può abbellire la loro vita e darle un senso! Perché mai sacrificare quell'amore che dà loro tutte le benedizioni, che dà loro il Cielo, per pochi minuti di piacere? Avete incontrato una persona dalla quale vi siete sentiti immediatamente attratti. Essa è come un vaso colmo di un'essenza preziosa che vi immerge nell'incanto, allarga i vostri orizzonti e vi rivela le bellezze del cielo e della terra. Ringraziate il Signore di averla incontrata, illuminatevi, vivificatevi e rafforzatevi accanto ad essa, ma mantenete una certa distanza. Se ascolterete attentamente questo consiglio e cercherete di applicarlo, non sarete mai privi di incontri felici per tutta la vostra vita; e poiché saprete apprezzarli, imparerete veramente cos'è l'Amore.»

«Come la maggior parte delle persone, anche voi avete sicuramente la tendenza a credere che gli altri non siano sufficientemente attenti nei vostri confronti. Ma voi, non siete negligenti? Prestate attenzione a ogni essere, a ogni cosa? Anche a un fiore: quando dovete piantarlo o innaffiarlo, mostrategli attenzione. Voi pensate che, attenti o non attenti, per il fiore non cambi nulla. Ebbene, è proprio qui che vi sbagliate… E poi, non è tanto per il fiore che dovete agire così, quanto per voi stessi, poiché siete voi a guadagnare qualcosa: vi esprimete con un gesto di attenzione, di rispetto, di amore, e quel gesto si riflette beneficamente su di voi. Non andate a cercare altrove e lontano da voi quel che è vicinissimo. L’esistenza quotidiana è ricca di possibilità, di incontri e di contatti con gli esseri umani, con gli animali, con le piante, le pietre e anche gli oggetti. Non siate negligenti nei loro confronti, prestate loro attenzione. Direte: «Prestare attenzione agli oggetti?» Sì, imparate a maneggiarli coscientemente e con dolcezza. È così che armonizzerete le correnti in voi e intorno a voi. Se non sapete come agire con oggetti innocenti, cosa farete con gli esseri umani quando questi verranno a importunarvi o vi avranno fatto del male?» 

«Congiungere le mani è uno dei gesti della preghiera, ed è un gesto colmo di significato. La mano destra e la mano sinistra che si uniscono rappresentano l'unione dell'intelletto e del cuore, del pensiero e del sentimento. Grazie alla sua luce, l'intelletto trova la migliore richiesta da rivolgere al Cielo, e il Cuore, con il suo calore, sostiene quella richiesta. In quanti dei loro quadri i pittori hanno rappresentato persone in preghiera, anche bambini e angeli con le mani giunte! Questo non significa che per pregare si debbano necessariamente congiungere le mani fisicamente, no, perché non è il lato fisico che conta, ma il lato interiore. Occorre unire l'intelletto e il Cuore, e più in alto ancora lo Spirito e l'Anima, poiché è la loro unione che fa la forza della preghiera."»«Cosa deve fare chi è stato leso, umiliato e calpestato dai suoi nemici? Se è saggio rinuncerà a vendicarsi. Dirà a sé stesso: “Credono di avermi annientato? Ebbene, gliela farò vedere io!” E inizia un lavoro gigantesco su di sé, si lega alle entità luminose del mondo invisibile, si istruisce, si esercita, fino al giorno in cui finalmente possiede la vera luce, i veri poteri. E se a quel punto capita che i suoi nemici lo incontrino, che stupore per loro! Dinanzi alla luce di quell'essere, che invece di vendicarsi ha lavorato su sé stesso, qualcosa di inesprimibile avviene nella loro mente. Può anche accadere che essi si sentano tanto piccoli e brutti!Ecco allora la vittoria, ecco il trionfo per il saggio: senza combattere i suoi nemici, lasciandoli anzi tranquilli, ha avuto il sopravvento. Non è forse la soluzione migliore?... Certo, è necessario aver già acquisito molta Luce, molta pazienza e molto amore per decidere di praticare questo metodo, e soprattutto per riuscire ad attenervisi senza batter ciglio, ma non ne esistono di più efficaci.»

«Dal momento che l’intuizione ha una visione sintetica della realtà, essa è la vera intelligenza. Non ha bisogno di fare ricerche e calcoli, la sua comprensione è immediata, istantanea: penetra tutto con un solo sguardo, il mondo oggettivo e il mondo soggettivo, l’esterno e l’interno, e ci comunica le sue scoperte. L’intuizione, dunque, è contemporaneamente una sensazione e una comprensione: si sentono le cose e allo stesso tempo le si comprende. Si tratta di un'intelligenza superiore, poiché coglie all’istante la totalità della vita. Là dove tutti stanno ancora esitando e sono nel dubbio, chi possiede questa intelligenza va diritto allo scopo: la sua visione è infallibile. E nel momento in cui la realtà gli appare così com’è, con i suoi due aspetti, oggettivo e soggettivo, esterno e interno, egli scopre con stupore quanto, in effetti, tutto sia semplice.»


«Dal regno animale al regno umano e anche oltre, attraverso le gerarchie angeliche fino a Dio, la vita si manifesta con una intensità e una sottigliezza sempre crescenti. Ciò che differenzia tra loro le creature è l'intensità delle vibrazioni che animano le particelle del loro essere. Si può dire perciò che l'evoluzione di ogni creatura si misura dall'intensità della sua vita. Finché non hanno capito questa verità, gli esseri umani vivono al rallentatore: polmoni, fegato, cervello, tutto in loro è stagnante, ed essi sono esposti continuamente a disturbi fisici e psichici. Somigliano a ruote che girano lentamente: il fango vi si appiccica. Quali che siano lo stato e le condizioni in cui vi trovate, non dovete mai accettare l'inerzia. Anche esausti, handicappati o malati, cercate di fare almeno un gesto, un passo. E se vi risulta veramente impossibile, ricordate che avete sempre il pensiero per immaginare di spostarvi e di agire esattamente come prima. Direte che quando si è immobilizzati il pensiero non è di molto aiuto. Vi sbagliate: il lavoro del pensiero e dell'immaginazione sgombra il cammino, scava un solco, creando così le condizioni favorevoli per un possibile ritorno dell'attività.»

«Dato che hanno sentito parlare delle leggi del karma, certe persone diventano indifferenti alla sofferenza degli altri. Se vedono soffrire un essere buono e onesto, dicono a se stesse che in un’incarnazione precedente di sicuro egli deve aver commesso degli errori che adesso deve riparare, e non faranno niente per aiutarlo. Ma forse si sbagliano… Queste persone trovano sempre una giustificazione alla sofferenza degli altri, ma quando sono loro stesse ad attraversare delle prove, pensano di non meritare una simile ingiustizia!
Allora, qual è l’atteggiamento giusto? Esattamente il contrario: quando siete voi a soffrire, ditevi che quella sofferenza è sicuramente meritata; ma quando soffrono gli altri, dovete pensare che forse non sono colpevoli e cercare di capirli e di aiutarli. Questo modo di vedere vi aiuterà molto nella vostra evoluzione.»

«Denaro, regali, violenza, sortilegio, magia… Nessuno di questi mezzi può obbligare un essere ad amarne un altro. L’anima e lo spirito sono figlia e figlio di Dio, e niente e nessuno ha il potere di costringerli. Ecco una donna che cerca di forzare l’amore di un uomo utilizzando la magia. Anche se egli finisce col cedere, in realtà non è la sua anima a desiderare quella donna: la magia che lei ha esercitato su di lui ha soltanto attirato alcune entità che sono entrate in quell'uomo per soddisfarla attraverso lui. E queste creature non sono entità luminose (le entità luminose resistono a tali pratiche), ma sono creature dell'astrale inferiore. Quella donna si crede amata, mentre invece non solo non è amata, ma inoltre le creature che ha attirato la divoreranno psichicamente, la prosciugheranno; e lei pagherà a caro prezzo la parvenza d'amore così ottenuta. L'unico mezzo inoffensivo per farsi amare da un essere consiste nel pensare solo cose positive riguardo a lui e inviargli solo pensieri luminosi e puri. Anche questa è magia, ma è magia bianca, l'unica che sia permessa.»

«Di chi si sente facilmente ferito, offeso, si dice che è sensibile. No, la vera sensibilità è un'apertura totale alla bellezza e alla luce del mondo divino, ed è una chiusura a tutte le brutture e le assurdità del mondo umano. Quindi, ciò che generalmente viene chiamata “sensibilità”, vale a dire la capacità di percepire in modo doloroso l’indifferenza, il disprezzo, le critiche e le offese, in realtà non è altro che suscettibilità, emotività. Allora, poveri infelici coloro per i quali non esistono né il Cielo né gli angeli né gli amici né la bellezza, ma solo persone ingiuste, cattive e mal intenzionate! Non bisogna confondere la sensibilità con l'emotività. L’emotività è la manifestazione malaticcia di un “sé” povero, meschino, ristretto, nevralgico. La sensibilità, al contrario, è un grado superiore dell’evoluzione che mette un essere in relazione con le regioni celesti e gli permette di vibrare all’unisono con tutta la bellezza dell’universo.»

«Dio ci parla? Sì, poiché è in noi, Egli ci parla. La sua voce è molto dolce e bisogna imparare a distinguerla fra tutte le altre voci che si fanno sentire dentro di noi. La si può paragonare alla melodia di un flauto in mezzo al fracasso dei tamburi e delle grancasse. È facile sentire e seguire la voce tonante dello stomaco che grida la sua fame o del sesso che reclama una vittima. Ma quando una piccola voce dice all'uomo: "Calmati... non arrabbiarti... impara a controllarti... prova a sforzarti..." il più delle volte l'uomo non l'ascolta o la zittisce. Pazientemente, con amore, la voce rinnova i suoi consigli, ma se l'uomo vuole a tutti i costi ridurla al silenzio, non insiste. La voce di Dio è molto potente, ma è debole in noi se non vogliamo ascoltarla»          

«Durante l'ultima cena con i suoi discepoli, Gesù si alzò da tavola per lavare loro i piedi. Pietro cominciò a protestare: come poteva lasciarsi lavare i piedi dal suo Maestro? Ma di fronte all'insistenza di Gesù, accettò e gli chiese anche che gli lavasse le mani e la testa. Ma Gesù rispose: «Chi è lavato, ha bisogno solo di lavarsi i piedi per essere interamente puro». Essendo i piedi la parte del corpo più a contatto con la terra, essi rappresentano il piano fisico. Ora, il piano fisico è sempre più o meno in relazione con il mondo sotterraneo, gli inferi. I piedi simboleggiano dunque il punto attraverso il quale l'essere umano è maggiormente esposto agli attacchi del male. Questa idea la si ritrova nell'Iliade di Omero, con la storia di Achille: alla sua nascita, la madre, Teti, lo aveva immerso nelle acque dello Stige per renderlo invulnerabile. Ma avendolo tenuto per i talloni, questa parte del piede non era stata bagnata, e Achille morì durante la guerra di Troia per una freccia avvelenata che ricevette proprio nel tallone.Capite ora il senso del gesto e delle parole di Gesù: “Chi è lavato, ha bisogno solo di lavarsi i piedi per essere interamente puro”. Essendo i piedi il simbolo del piano più materiale, avere i piedi lavati rappresenta anche, simbolicamente, aver portato a termine la purificazione.»

«Esistono numerosi libri che spiegano come meditare e quali formule pronunciare durante le meditazioni...
Non nego che tali formule siano belle, utili ed efficaci, ma c'è una parola che non viene mai menzionata, una parola che per me è la più potente di tutte, una parola che illumina, che armonizza, che guarisce: è la parola “grazie”.
Nella mia vita ho provato tanti metodi, ho fatto tante esperienze, ma il giorno in cui mi sono abituato a pronunciare coscientemente la parola “grazie”, ho sentito di possedere una bacchetta magica in grado di trasformare tutto.
Se saprete come pronunciarla, questa parola farà in voi un lavoro fin nel midollo delle vostre ossa.
Niente è più importante che dire “grazie” a Dio: «Grazie Signore, grazie con tutto il mio cuore, con tutto il mio pensiero, con tutta la mia anima e con tutto il mio spirito, grazie». Avrete l'eternità per verificare il valore di questa parola.»

«È a prezzo di un lungo lavoro che il discepolo di un insegnamento spirituale giunge a un livello di coscienza superiore. Ma una volta raggiunto quel livello, gli è anche difficile, anzi, ancora più difficile, mantenervisi. Per questo la stabilità è considerata una vetta dell'Iniziazione, quel momento in cui il discepolo può finalmente dire, come lo ierofante dell'antico Egitto: «Io sono stabile, figlio di stabile, concepito e generato nel territorio della stabilità». In che cosa consiste la stabilità? Nel non essere più sconvolti dal male, ossia nell'essersi elevati fino alle regioni dove il male non ha più alcuna presa. Perché mai determinati eventi, che sul momento ci avevano irritato, scoraggiato, se si riproducono in altre circostanze non ci toccano? Perché siamo giunti fino a un livello di coscienza dove essi non ci raggiungono più. Nella Kabbalah è detto che il serpente può salire fino a certe Sefiroth, ma che gli è impossibile raggiungere la regione formata dalle tre Sefiroth Kether, Hohmah e Binah. E poiché noi siamo creati a immagine dell'universo, anche in noi esistono regioni dove il male non trova più condizioni di esistenza favorevoli. Nelle regioni sublimi del nostro essere e dell'universo, regnano una tale luce e una tale intensità di vibrazioni che tutto ciò che non è in armonia con quella purezza e con quella luce si disgrega.»

«È bene che chi ha agito male riconosca il proprio errore e se ne penta, ma non è sufficiente. Anche se i rimorsi a volte accompagnati dalle lacrime sono una specie di purificazione, per essere perdonati è necessario riparare. Avete fatto un torto a qualcuno e andate a presentargli le vostre scuse. Se egli le accetta va benissimo, ma vi rimane ancora da riparare ai danni: soltanto allora sarete liberi. Dire a chi avete danneggiato: «Sono dispiaciuto, perdonami...» non è sufficiente, e la legge divina vi perseguirà finché non avrete riparato al male che avete commesso. Direte: «Ma visto che la persona che ho danneggiato mi perdona...» No, non si può risolvere la questione tanto facilmente, poiché una cosa è la persona, altra cosa è la legge. La persona vi ha perdonato, d'accordo, ma la legge però non vi perdona: vi perseguirà fino a che non avrete riparato. Ovviamente chi perdona dà prova di nobiltà e generosità, ma il perdono non risolve la questione: il perdono libera le vittime, coloro che sono stati maltrattati, danneggiati, ma non libera i colpevoli. Per liberarsi, il colpevole deve riparare.»

«È cercando di elevarvi fino alla sommità del vostro essere interiore che entrerete veramente in comunicazione con il mondo divino. Quando sentite di avere finalmente raggiunto una regione situata al di là della polvere e delle nuvole, ossia al di là del piano astrale e del piano mentale inferiori, rimanete là fermamente il più a lungo possibile. Poi, dato che Ë difficile far durare questo sforzo di concentrazione più di qualche minuto, allentate un po' la tensione e lasciatevi trasportare dalla luce come se galleggiaste su un mare calmo. Voi non pensate più, non sentite quasi più, ma la vostra Anima che è, vivente e vibrante, si impregna degli elementi più sottili delle regioni della Luce.Ripetete questo esercizio più spesso che potete. Constaterete che quando dovrete riprendere le vostre abituali occupazioni in famiglia e nella società, gli elementi spirituali che avrete captato introdurranno in voi l'armonia; il vostro desiderio di lavorare, di aiutare gli altri e di vivere in armonia con loro aumenterà. una sensazione che non inganna: essa vi conferma che continuate a essere in comunicazione con il Mondo Divino.»

«È certamente possibile sfuggire alla giustizia umana, ma è impossibile sfuggire alla Giustizia Divina, poiché anche se questa non é esercitata in modo visibile sui colpevoli, li raggiunge interiormente. Vi sono criminali che sono sempre riusciti a sfuggire alla giustizia umana, ma poiché ogni atto ha delle ripercussioni sulla persona che lo commette, interiormente essi stanno crollando: il loro stato psichico, la loro stessa salute, tutto comincia a degradarsi. In apparenza certi elementi si conservano ancora, ma a poco a poco si sgretoleranno, poiché è il lato interiore a sostenere e ad alimentare l’insieme di quell’edificio che è l'essere umano; e se il lato interiore va in pezzi, anche l’esterno finirà per collassare. Ecco come si manifesta la Giustizia Divina, e anche se le sanzioni non sono immediatamente visibili, sono istantanee: nell’istante in cui l’uomo commette una trasgressione, qualcosa in lui si oscura, si disgrega. Occorreranno forse degli anni perché quel degrado appaia esteriormente, ma interiormente qualcosa si sta già sgretolando.»


«È necessario che ovunque nel Mondo si creino focolai di Luce, affinché questi costituiscano il legame fra la Terra e il Cielo. Essi sono canali viventi attraverso i quali scendono le benedizioni divine per tutti gli esseri umani. Fortunatamente simili focolai esistono già, poiché senza di essi la terra sarebbe preda di tutte le forze oscure e distruttrici. Volete veramente aiutare la vostra famiglia, il vostro paese e il mondo intero? Ovunque andiate, sforzatevi di creare focolai di Luce, diventando voi stessi un focolaio di Luce attraverso il quale la Terra entrerà in contatto con il Cielo. Ecco il compito più glorioso che possiate intraprendere: far sì che tutte le anime umane beneficino dei vostri sforzi, affinché, grazie al vostro lavoro, esse ricevano il nutrimento spirituale e la gioia.»

«È una legge della fisica: non appena si produce un vuoto da qualche parte, qualcosa viene immediatamente a colmarlo; e questa legge ha anche delle applicazioni nella vita psichica. Quali?… Oh, ce ne sono tante, ma eccone una: quando si dà, si riceve.
Quando avete svuotato i vostri serbatoi interiori perché avete dato il vostro amore e i vostri buoni pensieri a tutte le creature, qualcosa arriva immediatamente dall'alto per riempirvi. Dunque amate e sarete amati, date e vi sarà dato. Date anche ciò che vi manca, e lo otterrete. Desiderate essere illuminati e non sapete come attirare la luce? È semplice: con i pochi barlumi che possedete, sforzatevi di illuminare coloro che sono nell'oscurità. A quel punto, le entità luminose del mondo invisibile verranno a darvi la loro luce.»

«Gli adolescenti, che non sanno gran che dei meccanismi della vita psichica, non sospettano quanto sia pericoloso lasciar vagabondare la propria immaginazione senza alcun controllo. E i genitori, così come gli educatori – che in gioventù hanno fatto la stessa cosa – lasciano che essi si immergano in quegli stati nebulosi; anzi, talvolta li incoraggiano. Dicono: “Sogna... è un poeta, bisogna lasciarlo sognare”. Ma cosa sanno di quel mondo di fantasticherie? In realtà si tratta del mondo astrale con le sue seduzioni, le sue illusioni e le sue trappole.
La natura ha riposto nell’uomo potenze formidabili, e una di queste è l’immaginazione, ma essa diventa pericolosa se non la si domina. I giovani – e anche gli adulti – che permettono a qualunque sentimento o desiderio di impadronirsi della propria immaginazione, finiscono per essere preda di correnti ed entità malsane che produrranno gravi turbamenti nella loro sfera psichica. L’immaginazione deve sempre essere orientata in senso positivo, costruttivo, verso il mondo della luce il cui simbolo è il Sole.»

«Gli esseri umani non solo pensano di non perdere nulla rimanendo separati dall’armonia universale, ma sono anche convinti che affrancandosi dalle leggi della natura e lottando contro di esse, conquisteranno la propria libertà e affermeranno la propria potenza. Ebbene, si tratta del più grande errore. L’essere umano diventa davvero potente e libero solo se riesce a vibrare in armonia con l’universo. Egli comincia a udire la sinfonia dell’intera natura, in cui tutto canta: le foreste, i fiumi, le stelle… Questa sinfonia cosmica è detta “musica delle sfere”. E per poter udire la musica delle sfere, egli deve cominciare ad armonizzare tutto il suo essere, tutti i suoi organi e tutte le cellule dei suoi organi tramite un lavoro assiduo, un lavoro in profondità. Nel momento in cui anche le più piccole particelle del suo essere vibreranno all’unisono, la sinfonia dell’universo si rivelerà a lui.»

«Gli esseri umani devono smettere di pensare a Dio come a un Essere esterno a loro. Devono anche smettere di credere che Egli sia da qualche parte in alto, nei cieli, mentre loro sono qui, sulla terra, separati da Lui da distanze incommensurabili, il che li giustifica – così credono – se commettono tanti errori. Dato che è Dio ad averli creati, Egli è in loro, così come il padre e la madre sono dentro il bambino che hanno fatto nascere. Così come portiamo in noi il nostro padre e la nostra madre terreni, a maggior ragione portiamo in noi il nostro Padre e la nostra Madre celesti. Molti diranno che non li sentono, ma è semplicemente perché non li cercano.
Se, attraverso la meditazione e la preghiera, vi sforzate di entrare profondamente in voi stessi, scoprirete quella Presenza, e capirete inoltre che non esiste nulla di più importante che lavorare per renderla sempre più viva in voi. Comincerete a leggere quella Presenza come uno scritto inciso nel vostro Cuore; e mentre vi proteggerà, quella scrittura vivente vi condurrà sulle vie della Luce.»

«Il freddo è spesso interpretato in un senso negativo, è assimilato a ciò che contrae e paralizza, mentre il calore simboleggia piuttosto ciò che è vivo, generoso. In realtà esistono due specie di caldo e di freddo. C'è il caldo che dilata, che vivifica e fa maturare, e c'è il caldo che brucia e inaridisce.
C'è il freddo che conserva tutto ciò che è buono, e c'è il freddo che paralizza ogni vita. 

Prendiamo il ciclo dell'acqua nella natura, sotto l'effetto dei raggi del sole, essa si riscalda ed evapora,  arrivata nell'alta atmosfera si raffredda, si cristallizza e ricade in seguito sotto forma di neve, quando il sole fa sciogliere la neve, l'acqua discende nelle valli, e da lì raggiunge i fiumi, i laghi e gli oceani; poi evapora e il ciclo ricomincia... Ecco come la natura utilizza questa alternanza di caldo e di freddo per alimentare la Vita.
Nell'essere umano l'intelletto deve essere freddo per pensare correttamente e progredire sulla via della saggezza; il Cuore, invece, deve essere caldo per manifestare l'Amore.»

«Immaginiamo qualcuno che non conosca nulla dell'anatomia e della fisiologia del corpo umano; si chiederebbe come gli elementi che lo compongono possano rimanere insieme per formare una creatura che cammina, respira, mangia, esprime pensieri e sentimenti. Occorre dunque mostrargli che, sotto la pelle che egli può vedere, c'è la carne, ci sono organi, muscoli, vasi sanguigni, nervi ecc. che egli non vede, e infine uno scheletro a sostenere l'insieme. 
Su scala gigantesca, lo stesso vale per l'universo. L'universo è un corpo, il corpo di Dio, e il nostro corpo fisico è a sua immagine. Allora, così come il nostro corpo possiede una struttura portante, uno scheletro senza il quale si accascerebbe, anche l'universo è sostenuto da un'ossatura grazie alla quale tutto rimane in equilibrio, dalle galassie fino alle più minuscole particelle di materia che costituiscono gli atomi. È grazie a tale struttura che la vita è possibile, ed è questa struttura a costituire ciò che la filosofia iniziatica chiama “il mondo dei principi”.»

«In base al proprio temperamento, ciascuno si fa un'idea particolare della felicità. L'uno è felice quando riflette, un altro quando è senza pensieri e si diverte; l'uno ha bisogno della vita in famiglia, l'altro preferisce il celibato. L'uno è spinto ad aiutare il prossimo, a soccorrerlo e curarlo, e l'altro a dominarlo o a distruggerlo, e così via. In realtà ogni ricerca della felicità è un aspetto della ricerca di Dio; una ricerca più o meno saggia, più o meno illuminata, ma pur sempre la ricerca di Dio. Perché dietro all'idea che gli esseri umani si fanno della felicità, si nasconde Dio. È Lui che ha messo in loro l'aspirazione alla felicità affinché finiscano per trovare Lui. E anche se nel frattempo Lo cercano ancora passando per comignoli, fogne, acquitrini e cimiteri, un giorno capiranno che Lo devono cercare nelle regioni superiori, sotto forma di purezza e di luce. E là, sì, Lo troveranno, e saranno veramente felici.»

«Il pensiero è il respiro dell'anima, con il cibo che assorbe, l'uomo forma il suo corpo fisico. L’energia solare è condensata nei frutti e negli ortaggi di cui ci alimentiamo. Occorre dunque saper estrarre quell’energia e distribuirla in determinati centri del nostro essere. Questo però è possibile unicamente grazie a un lavoro del pensiero. Solo il pensiero cosciente che si concentra sul cibo è in grado di aprire quest’ultimo per liberare l’energia in esso imprigionata.Il pensiero è un elemento essenziale che restituisce al processo della nutrizione tutto il suo valore. Per estrarre le quintessenze contenute nel cibo, occorre che il pensiero agisca. Pensare equivale a respirare nel mondo spirituale; il pensiero è la respirazione dell’anima. Coloro che non pensano e non meditano, non respirano spiritualmente. Quando mettete il pensiero in azione – esattamente come il fabbro che attizza la fiamma con il mantice – potete realizzare tutto ciò che desiderate dentro di voi: fondere, saldare, dare forma.La nutrizione è un meccanismo fra l’organismo umano e gli alimenti che devono diventare materia assimilabile, e ciò che non può essere accettato viene espulso. Quindi, per essere assorbito correttamente, il cibo deve essere frantumato, distrutto. L’organismo è obbligato a distruggere per poter ricostruire, e ciò avviene automaticamente, al di fuori della nostra coscienza. Ma attraverso il pensiero, noi possiamo anche agire sul cibo per animarlo e farlo vibrare all’unisono, non solo col nostro corpo, ma anche con la nostra anima; a quel punto, il cibo ci aiuta enormemente nel nostro lavoro spirituale.Il pensiero è in grado di attirare particelle d’una natura più sottile, le quali entrano nella costruzione del corpo fisico, e a poco a poco l’uomo si trasforma, non è più lo stesso. Con il cibo che assorbe, l’essere umano forma il proprio corpo, e perciò non si deve credere che ingurgitando qualsiasi cosa si sarà sempre intelligenti, belli, espressivi, sani. É necessario vedere che esiste un rapporto fra il cibo che si mangia e gli stati che si vivranno in seguito. Se i materiali assorbiti non sono puri, andranno ad accumularsi nell’organismo il quale non saprà più come eliminarli, ed ecco la malattia.»

«In previsione dell’inverno che si avvicina, ciascuno sa di doversi preparare ad affrontare il freddo: ci si preoccupa del riscaldamento, dell’isolamento termico della propria casa, si tirano fuori vestiti più pesanti ecc. Purtroppo le persone sono molto meno previdenti quando si tratta di affrontare gli inverni interiori, e quando arriva un periodo buio, sono senza difesa e sanno solo lamentarsi dicendo che la vita non ha alcun senso. È vero che le stagioni della vita interiore non tornano con la stessa regolarità che seguono in natura, e che perciò non sono prevedibili. Ma ogni tanto l’inverno tornerà necessariamente, e se saprete osservarvi, ogni volta scoprirete in voi certi segni precursori. Dunque, non appena sentite arrivare il periodo di freddo e di oscurità, siate vigili. Preparate gli elementi spirituali che continueranno ad alimentare in voi il fuoco e la luce. Gesù diceva: «Camminate finché avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre». Ciò significa: approfittate delle buone condizioni per essere armati il giorno in cui dovrete affrontare delle difficoltà.»

«Il virtuoso che interpreta un pezzo, lo studente che supera un esame, il funambolo che danza su una corda… Se tutte le loro energie non sono concentrate e in armonia, il virtuoso farà delle stonature, lo studente farfuglierà e il funambolo si romperà la schiena. Perché nel momento in cui nell’uomo s’introduce una biforcazione, una dissonanza, tutte le forze interiori mollano la presa, si disperdono, ed egli non è più supportato.Quante volte avete fatto esperienze di questo genere! Ma vi siete forse soffermati per trarne una conclusione più ampia che abbracci tutte le attività dell’esistenza? Se vi lasciate andare alla fretta, al disordine o all’agitazione, le forze e le entità benefiche che vi abitano vengono stroncate, paralizzate. Allora, più volte al giorno, fate una pausa di qualche minuto e sforzatevi di introdurre in voi l’armonia. Così, tutte le forze e le entità benefiche che fino a quel momento non avevano avuto occasione di manifestarsi, saranno mobilitate e si metteranno a vostra disposizione per aiutarvi a proseguire il vostro lavoro.»

«La materia tende verso lo spirito: vuole salire fino a lui per diventare più pura, più sottile; e viceversa: lo spirito scende verso la materia per incarnarsi e manifestarsi attraverso di essa. Così, l'amata sale per incontrare il suo amato il quale scende dalle regioni celesti, e quando si ritrovano nel Chakra del Cuore, con che gioia si uniscono! Allo stesso modo, tutto il lavoro dello spiritualista può riassumersi in questo processo: l'incontro fra spirito e materia. Qualunque cosa egli faccia, ogni sua occupazione, esperienza o progetto deve sfociare in ciò: la spiritualizzazione della materia e la materializzazione dello spirito. Poiché quando lo spirito scende nelle profondità dell'essere umano, esso trasforma la materia grezza delle sue passioni in bellezza, purezza, luce, nobiltà e Amore.»

«La vista, l'udito, l'odorato, il tatto e il gusto... I cinque sensi ci mettono in relazione con il mondo che ci circonda. Avete mai riflettuto sul fatto che, se si può udire da lontano e vedere ancora più da lontano, per sentire e toccare le cose occorre avvicinarsi a esse? E per assaporarle, è necessario incorporarle mettendole in bocca. Si può dunque dire che l'udito e la vista lasciano l'uomo libero, mentre l'odorato, il tatto e il gusto hanno la tendenza ad assoggettarlo, poiché lo costringono ad avvicinarsi agli oggetti e agli esseri.
Ma può accadere che i sensi superiori – la vista e l'udito – trascinino l'essere umano verso i sensi inferiori, e così gli occhi e le orecchie fanno il possibile per firmare dei contratti con il naso, la bocca e le mani. Un uomo è rapito dalla bellezza di una donna, dal suono della sua voce... Si accontenterà forse di guardarla e di ascoltarla? Non cercherà invece di avvicinarsi a lei per respirarne il profumo, accarezzarla, baciarla... Il saggio è colui che ha imparato a rompere quel contratto: con le sue orecchie e i suoi occhi egli si sforza di entrare sempre più in contatto con il lato sottile degli esseri, ed è così che si libera! »

«La speranza, la fiducia e l'Amore. Queste tre virtù corrispondono rispettivamente alla forma, al contenuto e al significato: la speranza è legata alla forma, la fiducia al contenuto, e l'Amore al significato. È la forma che preserva il contenuto. Il contenuto dà la forza. E la forza ha motivo di essere solo se riceve un significato.
Quando la speranza è potente, agisce sul corpo fisico influenzando favorevolmente lo stomaco e tutto il sistema digestivo. Se invece essa è debole o fa difetto, il sistema digestivo ne è intaccato, e anche la bellezza del corpo si altera.
La fiducia, che corrisponde al contenuto, è legata alla forza e influenza i polmoni. Per ricevere delle energie, per vivere la Vita in pienezza e respirare gli effluvi Celesti, dobbiamo coltivare la fiducia.
Infine, per far sì che la nostra Vita acquisti il suo significato più ampio e più profondo, l'Amore deve scaturire in noi come una sorgente. Nonostante tutte le conoscenze e le ricchezze che possiamo acquisire, senza l'Amore la Vita perde il suo significato. L'Amore è in relazione con il cervello, e chi vuole possedere la vera intelligenza, deve imparare ad amare.» «Meditate sull’immagine della Sorgente, quell’acqua cristallina che zampilla dalla terra e non smette mai di fluire. Anche se vi si getta qualche sporcizia, questa viene portata via dalla corrente. È questo zampillare ininterrotto dell’acqua a rendere la sorgente sempre limpida, sempre viva, sempre pura.

Allora prendete la sorgente come modello, fate zampillare in voi la Vita, fate zampillare l’Amore, e sarete sempre protetti. Non sentirete le cattive influenze, le critiche e le cattiverie. Non vi accorgerete nemmeno che si è cercato di sporcarvi o di farvi del male, poiché tutto ciò che potrà capitarvi di male, lo respingerete al pari della sorgente.»


«Le nostre mani sono come antenne: hanno non solo la capacità di captare correnti di energie che circolano nello spazio, ma anche di proiettare delle forze. Direte che si tratta di magia.

Sì, tutto ciò che facciamo, e in particolare ciò che facciamo con le nostre mani, è magia; e i veri maghi sono coloro che sanno servirsi coscientemente delle proprie mani per ricevere correnti di forze, per proiettarle, trattenerle, orientarle, amplificarle o attenuarle. È il Creatore che ha dotato le nostre mani di questi poteri, e sta a noi diventare dei maghi bianchi che lavorano solo con le potenze della luce.
Certi gesti della vita quotidiana recano la traccia di quel sapere millenario concernente le nostre mani e il loro potere. Per esempio: in tutti i paesi, quando le persone si incontrano o si lasciano, cosa fanno? Alzano il braccio in segno di saluto oppure si stringono la mano.
La mano, dunque, serve come mezzo sia di emissione sia di ricezione tra gli esseri umani.
Dobbiamo perciò fare attenzione a darci a vicenda solo cose buone attraverso le nostre mani.»

«L’orgoglioso immagina di non dipendere da nulla e da nessuno, esattamente come una lampada che pretendesse di diffondere la luce dimenticando che è la centrale elettrica a fornirle la corrente. L’uomo umile, al contrario, sa che non è un essere isolato, sa che niente dipende da lui, e che se non rimane legato al Cielo non avrà forza né luce né saggezza; sente di essere l’anello di una catena infinita, il conduttore di un’energia cosmica che viene da molto lontano e che, attraverso di lui, scorre verso i suoi fratelli umani. Quali sono le conseguenze di questi due atteggiamenti? L’orgoglioso, che crede di dipendere unicamente da se stesso, dimenticando l’origine delle correnti che si manifestano attraverso di lui, finisce per diventare una terra arida. Viceversa, l’uomo umile è una valle irrigata dall’acqua che scende dalle vette per fertilizzare le pianure: egli riceve le forze zampillanti della montagna e conosce l’abbondanza. Non si sono ancora capite le ricchezze dell’umiltà.»

«Nel Libro della Genesi è scritto che dopo aver separato la terra dalle acque, creato il sole, la luna, le stelle, le piante e gli animali, il sesto giorno Dio disse: "Creiamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza". L'universo è il corpo di Dio, un corpo che Egli vivifica con il proprio Spirito. Allo stesso modo, l'uomo possiede un corpo; questo corpo è un riflesso dell'universo, e lo spirito che lo anima è una scintilla scaturita dallo Spirito divino. E così, Dio non è – come certi immaginano – quel monarca assoluto che troneggia lontano dalla nostra vista in un luogo inaccessibile, nelle profondità del cielo. Senza dubbio Egli è l'essere più impenetrabile e più inafferrabile, ma al tempo stesso è il più vicino, poiché è in noi. Ed è quindi tutto un lavoro che noi dobbiamo fare per sentire e vivificare quella presenza che ci abita. Nulla è più prezioso della sensazione di essere abitati e pervasi dal Signore: a quel punto, qualunque cosa accada, niente può far vacillare la nostra fiducia.»

 

«Nell’universo noi siamo come in un santuario nel quale dobbiamo entrare con un senso di sacralità. Perché la natura è non solo viva, ma anche intelligente, e se noi ci apriamo a lei, essa ci risponde facendoci partecipare alla sua vita. Voi pensate che tutti i fenomeni della natura si verifichino meccanicamente e che in ciò non ci sia dunque alcuna intelligenza. Vi sbagliate; il fatto che gli esseri umani abbiano creato le cosiddette scienze “naturali” osservando che l’universo obbedisce a delle leggi, non significa che si possano qualificare quei fenomeni come “meccanici”. Ragionando in questi termini, voi mortificate la natura e mortificate voi stessi: impedite alla vita di penetrare nel vostro cuore, nella vostra anima, nella vostra intelligenza e anche nel vostro corpo fisico.
Voi diventerete realmente vivi solo il giorno in cui deciderete di entrare in relazione con quella vita immensa e inesauribile che si manifesta ovunque nell’universo.» 

«Non appena provate un'inquietudine o un turbamento dovete reagire, impedire al vostro pensiero di seguire quella china pericolosa: riprendetelo e obbligatelo a ritornare in quella regione di luce e di pace in voi che è al riparo da tutte le tribolazioni. Voi non sapete fino a che punto può condurvi un moto di collera, di paura, di rancore o di scoraggiamento, se non siete vigili. Osservate un trapezista o un funambolo: con quanta facilità compie liberamente evoluzioni nell’aria! Ma per riuscirci, quanto lavoro! Questa libertà di movimento gli deriva dal fatto di aver imparato a non lasciarsi distrarre da elementi estranei che gli farebbero perdere la concentrazione e lo farebbero precipitare al suolo. Allora, anche voi, per rimanere nelle regioni elevate, fate attenzione a mantenere la vostra coscienza al riparo dalle perturbazioni. Al minimo allarme assicuratevi che il vostro pensiero non si allontani dalle regioni della luce e del silenzio interiore.»

« Non è perché avete scelto la via del bene e della luce che i vostri problemi si risolveranno immediatamente, che le vostre difficoltà spariranno e la strada si aprirà larga e spianata davanti a voi! Non fatevi illusioni: finché avrete dei debiti da pagare per tutte le trasgressioni che avete commesso in un passato vicino o lontano, incontrerete difficoltà e sofferenze. Solo dopo che avrete onestamente saldato i vostri debiti, troverete la strada libera.
Perciò, quando dovrete affrontare delle prove, non ribellatevi e non lasciatevi prendere dallo sconforto. Cercate di attraversare quelle prove sapendo che esse sono necessarie e che non devono impedirvi di proseguire sul cammino del bene e della luce per costruire il vostro futuro. »


«Ogni apprezzamento che gli esseri umani esprimono riguardo agli esseri e alle cose deriva da un paragone: essi preferiscono una certa persona a un’altra, una certa cosa a un’altra, e per potersi pronunciare ed esprimere la loro preferenza, è necessario che in qualche modo abbiano fatto un paragone. Così, per tutta la vita paragonano la propria casa o la propria automobile a quelle del vicino, e si sforzano di eguagliare coloro che possiedono un maggior numero di cose, cose migliori, più vaste o più belle, perché credono che quelle persone siano più felici.

In ambito materiale gli esseri umani sono perfetti nel fare paragoni, ma in ambito spirituale non sono tanto disposti a paragonare: se incontrano un saggio, un essere disinteressato, colmo d’Amore e padrone di sé, non si domandano: «Ma come sono io in confronto a lui?»… Con questa mentalità, non progrediranno mai. Per progredire occorre paragonarsi a esseri eccezionali, a tutti i grandi Maestri spirituali dell'umanità, e dire a se stessi: «Come adeguare la mia comprensione alla loro? Vediamo un po’... Forse possono insegnarmi un modo migliore di pensare e di comportarmi».

«Ognuno di noi, quando mangia, sta attento a non inghiottire qualsiasi cosa. Ebbene, così come state attenti alla qualità del cibo, dovete stare altrettanto attenti alla qualità dei pensieri e dei sentimenti che lasciate entrare in voi. Alle frontiere dei vari paesi ci sono i doganieri che controllano tutto quello che entra e che esce. Avete messo anche voi dei doganieri alla frontiera del vostro paese interiore, per far sì che non passi nulla di pericoloso e di nocivo? Se non l'avete fatto, allora entrerà di tutto da tutte le parti e voi finirete per avvelenarvi. Mettete dei doganieri di guardia, e a tutti i pensieri e a tutti i sentimenti che si presentano chiedete subito: "Aspetta un momento, tu da dove vieni? Che cosa mi porti se ti accetto?" Dovete valutare così le conseguenze dei pensieri e dei sentimenti che vengono a trovarvi, e accettare soltanto quelli che vi rafforzano spiritualmente.»

«Ogni giorno incontriamo persone diverse e non possiamo fare a meno di provare spontaneamente simpatia o antipatia nei loro confronti. Perché la simpatia e l’antipatia sono sentimenti naturali che anche i saggi conoscono. Tuttavia la differenza tra il saggio e l’uomo comune è che il saggio domina le proprie antipatie e non si abbandona ciecamente alle proprie simpatie, poiché sa che né le une né le altre rappresentano criteri validi.
La simpatia e l’antipatia sono impulsi istintivi e puramente soggettivi che spesso originano da esperienze vissute in altre esistenze. Non informano in modo imparziale sul valore di una persona, sulle sue qualità o i suoi difetti. Molti credono sia l'intuizione a dettar loro quelle reazioni. Ebbene, non è affatto così. Ecco perché occorre abituarsi non solo a manifestare comprensione e bontà verso gli esseri che ci sono antipatici, ma anche ad accettare di riconoscere gli errori e le lacune di quelli che ci sono simpatici.»

«Ognuno può ottenere solo ciò che corrisponde a quello che ha già preparato nella propria mente. Vale la pena riflettere bene su questo argomento. Il modo in cui consideriamo gli esseri e le cose: questo è ciò che conta ed è ciò che agisce su di noi; possiamo verificarlo in tutti i campi dell’esistenza.
Ecco solo un esempio. Se considerate la persona con la quale vivete come un mezzo per sistemare i vostri affari materiali, soddisfare la vostra vanità, dare libero corso alla vostra sensualità e al vostro bisogno di piaceri, voi vi legate alle forze inferiori del piano astrale; allora, non stupitevi se un giorno vedrete crollare tutti i sogni di felicità che avevate elaborato. Al contrario, se vi abituate a considerare quella persona come un aspetto, una manifestazione della Divinità, attraverso di essa entrerete in comunicazione con le potenze celesti, riceverete grandi benedizioni e vivrete sempre nella gioia.»

 
«Ormai è passata l'epoca in cui, per svilupparsi spiritualmente e pensare alla propria salvezza, si raccomandava una vita solitaria. Ora stiamo entrando nell'era della fratellanza. Gli esseri umani non devono più creare separazioni tra loro, ma devono camminare insieme, fianco a fianco, per creare sulla terra una fratellanza universale e formare una sola famiglia. A quel punto le frontiere cadranno, e invece di sostenere tante spese inutili per proteggersi gli uni dagli altri, i popoli vivranno nell'abbondanza e nella pace. Sono queste le idee che ispirano l'insegnamento della Fratellanza Bianca Universale. Ecco perché il nostro ideale è perfezionarci non solo per noi stessi, ma anche per il bene di tutti. Il nostro ideale è camminare insieme, legati da quell'amore che Dio ha voluto ci fosse fra tutti gli esseri umani. Il nostro ideale è vivere in armonia nella vita collettiva, perché in essa si trovano tutte le benedizioni.»

«Per comprendere cos’è la vera religione, gli esseri umani si devono avvicinare alla luce, al calore e alla vita del Sole, ossia cercare la saggezza che illumina e risolve tutti i problemi, l’Amore disinteressato che abbellisce, incoraggia e consola, e infine la vita dello spirito che rende attivi, dinamici e audaci, al fine di realizzare il Regno di Dio e la sua Giustizia sulla terra. Nessuno può eludere questa religione, e chi cerca di contrastarla non fa altro che limitarsi, mutilarsi.
Quando la comprensione della religione universale pervaderà gli spiriti, tutta l’organizzazione della Vita diventerà universale: non ci saranno più separazioni fra gli esseri umani, non più frontiere né guerre. Conoscendo il Sole nelle sue sublimi manifestazioni di luce, di calore e di vita, gli esseri umani si avvicineranno sempre più alla Divinità, e faranno della terra un giardino di paradiso dove tutti vivranno come fratelli. È necessario che tutti accettino la religione universale che ci arriva dal Sole.»

«Perfezionarsi è un’impresa difficile, e molti, vedendo la lentezza dei loro progressi, finiscono per rinunciare, mentre altri, talmente delusi di sé stessi, si disperano. Ebbene, i primi sono dei deboli e dei pigri, e gli altri sono degli orgogliosi. Non c’è alcun motivo di lasciarsi prendere dalla disperazione quando ci si accorge di essere ancora lontani dal corrispondere alla magnifica immagine di sé che si sognava. Occorre essere umili e dire a se stessi: “D'accordo, questa volta non ci sono riuscito e forse non ci riuscirò nemmeno la prossima, ma alla fine i miei sforzi saranno premiati.”
Mantieni il desiderio di progredire. Se cadi non è grave, purché ogni volta fai lo sforzo di rialzarti. In tutte le circostanze della Vita, la cosa più importante è conservare la volontà e il gusto di avanzare, poiché occorre sempre perfezionarsi. L’idea di perfezionamento è inseparabile dall’esistenza umana.»


«Per migliaia di anni, l'essere umano ha lavorato per accumulare gli elementi con i quali ha formato i suoi vari corpi: fisico, astrale, mentale, causale, buddhico e atmico. Grazie a quei corpi, egli è in relazione con tutte le regioni dell'universo – le più luminose come le più oscure –, che vengono a proiettarsi sullo schermo della sua coscienza, un po' come sullo schermo di un cinema. 

Così, su quello schermo vengono proiettate in successione immagini che sono l'espressione della sua natura inferiore, oscura ed egocentrica (i corpi fisico, astrale, mentale), oppure della sua natura superiore, luminosa e generosa (i corpi causale, buddhico e atmico). Chi è lucido può constatare che spesso, con il proprio pensiero, la propria volontà e i propri desideri, smuove degli acquitrini. Ma se ha toccato il Cielo, vedrà apparire degli splendori sul proprio schermo e si istruirà. È così che egli “prende coscienza”, come si suol dire, della realtà dei mondi che lo abitano. »

 

«Per impregnarci a fondo dell'importanza del giorno presente, dobbiamo comportarci come se fosse l'ultimo. Alcuni diranno che è spaventoso vivere avendo nella mente il pensiero della morte. No, il fatto di vivere ogni giorno come se dovesse essere l'ultimo non ci trascina verso la morte, ma, al contrario, verso la vita. È piuttosto chi si comporta con noncuranza, pur continuando a sperare in un futuro migliore, che avanza verso la morte, poiché sta sperperando la propria vita. Quando i saggi ci consigliano di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, è per spingerci a fare oggi qualcosa di più utile, di più bello, di più prezioso... Non si crede davvero che sarà l'ultimo giorno, ma si utilizza semplicemente un metodo pedagogico per vivere l'oggi in pienezza. Avete un minuto, un'ora, una giornata... Quel minuto, quell'ora e quella giornata vi appartengono per creare il vostro avvenire. Per presentarsi in tutto il suo splendore, l'avvenire, il vostro vero avvenire di figlio o figlia di Dio, attende che abbiate tratto tutte le lezioni dal passato. Ma esso è vivo, è in cammino, esiste già, poiché voi lo state creando.»

 

«Per poter risolvere certi problemi, a volte è utile dimenticarli per un po' sforzandosi di pensare ad altro. Direte: «Ma se si cerca di dimenticare i propri problemi, non si troverà mai la soluzione!». Ah, è proprio qui che vi sbagliate! Non è perché siete ossessionati dalle vostre difficoltà che riuscirete a risolverle e sbarazzarvene, tutt'altro: spesso quello è il modo migliore per alimentarle e lasciarvi annientare. Cercate dunque di mettere un po' da parte i vostri problemi; trovate le condizioni che vi permetteranno di fare tutto un lavoro interiore, di elevarvi con il pensiero fino al mondo della luce: ecco come troverete le soluzioni. Si dice che spesso la notte porta consiglio. Sì, perché durante il sonno si dimentica tutto, e nel subconscio avviene un lavoro che permette in seguito di vedere le cose in modo più chiaro. E allora, di tanto in tanto, non potreste fare la stessa cosa coscientemente? »

«Porsi continuamente domande sulle ragioni dell'esistenza del male può solo indebolirci; e voler sopprimere il male è un'impresa che, già in partenza, è votata al fallimento. Allora cosa bisogna fare? Rafforzarsi per potergli resistere. In inverno, cosa si fa per proteggersi dalla pioggia, dalla neve, dalle intemperie, dal freddo? Si esce forse di casa per ordinare alle forze della natura di acquietarsi? Nelle fiabe, sì, accadono cose simili, ma nella vita corrente ci si occupa della propria casa, la si consolida, si verifica che sia ben isolata, si installa un buon riscaldamento, e così si sta tranquilli. Ebbene, è così che la saggezza ci dice di agire nei confronti del male. Anziché lottare direttamente contro di esso, occorre impegnarsi solo a diventare più resistenti, in modo da comprendere e agire meglio. In tal modo, un male che in altre circostanze ci avrebbe abbattuto, contribuisce invece a rafforzarci, a nobilitarci e a migliorare la nostra salute.

«Quando mangi, abituati a masticare a lungo il cibo, affinché le ghiandole salivari abbiano il tempo di secernere gli enzimi digestivi e svolgere il loro lavoro; la saliva contiene infatti diverse sostanze chimiche che intervengono nella digestione, la loro azione è paragonabile a una cottura che facilita l’assimilazione degli alimenti. Quindi, se mastichi il cibo fino a renderlo liquido, rimarranno solo pochissime scorie e, anche mangiando poco, beneficerai di parecchie energie.
Le stesse leggi governano la respirazione. Perciò, quando respiri, sforzati di assorbire l’aria lentamente e profondamente, per poterla far scendere fino alla base dei polmoni in modo da dilatarli. E dopo aver assorbito l’aria, trattienila per qualche secondo, come per masticarla. Così come la bocca mastica il cibo, allo stesso modo i polmoni, in un certo senso, masticano l’aria, che è come un “boccone” di cibo colmo di energie e, per digerirla bene, occorre non solo trattenerla ma anche espellerla molto lentamente e completamente.»


«Quando nel Padre nostro Gesù diceva: «Sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra», sottolineava la necessità di creare un legame, una circolazione di energie, fra il cielo e la terra, affinché l'armonia, l'ordine e la bellezza che sono in alto si instaurino in basso, sulla nostra terra, ossia per prima cosa in noi stessi. Perché la terra di cui parlava Gesù non è solo il pianeta sul quale viviamo; quella “terra” siamo anche noi, e dunque è in noi che dobbiamo anzitutto instaurare il Regno di Dio.

Se qualcuno volesse tentare di imporre un ordine divino nel mondo, mentre gli esseri umani sono ancora tanto anarchici e violenti, quell'impresa sarebbe votata di certo al fallimento. Non si impone l'ordine divino dall'esterno. Solo quando gli esseri umani si decideranno a far scendere in se stessi il Regno di Dio, esso si instaurerà anche nel mondo. Sta dunque a ciascuno di noi lavorare per realizzare dentro di sé l'ordine e l'armonia che esistono in alto.»

«Quando devono entrare in una moschea, i musulmani si tolgono le scarpe e le lasciano fuori dalla porta. 
È esattamente ciò che dovremmo fare anche noi con le nostre preoccupazioni: lasciarle fuori ed entrare nel nostro santuario interiore per intrattenerci con gli Angeli e con il Signore. Se proprio ci teniamo, riprenderemo quelle preoccupazioni uscendo, stiamo certi che nessuno ce le avrà rubate.
Ci sono persone che danno l'impressione di non poter vivere senza preoccupazioni, è necessario che si tormentino, ma si rassicurino... Per loro ci saranno sempre problemi e dispiaceri, non ne mancheranno mai! Perché di tanto in tanto non cercano invece di dimenticarli? Anche se si lamentano, si direbbe che per loro la vita debba essere fatta di grattacapi, scontri e malintesi. Ebbene, no: in realtà questo non è che un grado molto inferiore della vita, non è la vera vita. La vera vita consiste nel lasciare da parte tutto ciò che è negativo, ed entrare nel proprio santuario interiore per comunicare con la bellezza, la purezza e la Luce.»

«Quando vi sentite angosciati, tormentati, significa molto semplicemente che vi siete smarriti in regioni psichiche infestate da entità inferiori, nemiche dell’umanità. Quelle entità vi attaccano, e se cercate di reagire per indurle a lasciare la presa, essendo più forti di voi, sono loro ad avere il sopravvento. Che fare allora?
Un uccellino sta becchettando del grano sparso sul terreno, quando si avvicina un gatto. L’uccellino non cerca di affrontarlo: vola via. Gli esseri umani, però, non hanno ancora capito ciò che invece hanno capito gli uccelli: credono di poter rimanere lì e lottare, ma vengono depredati, massacrati. Direte: «Ma come si fa a prendere il volo?». Ci sono moltissimi mezzi! Con il pensiero, con la preghiera, con l’immaginazione, il ricordo di un momento luminoso, lo spettacolo della natura, e tutti i capolavori dell’arte e della letteratura… Quante possibilità sono a vostra disposizione! Ma avete veramente la volontà di riprendere il sopravvento? No, voi rimanete lì senza fare nulla, se non imbottirvi di pillole e importunare gli altri raccontando le vostre angosce e i vostri incubi. D'ora in avanti cercate di farla finita con gli stati negativi, e imparate a prendere il volo. 

«Quante persone sono avare, ma non econome! Essere economi non significa per forza essere egoisti, così come essere prodighi non significa per forza essere generosi. Occorre saper fare una distinzione: coloro che buttano il denaro dalla finestra o sprecano le proprie energie correndo a destra e a sinistra, sovente passano per persone generose… No, quella è imprudenza, vanità o stupidità, tutto ciò che volete, ma non generosità. Per poter essere generosi, si deve conoscere l’arte dell'economia. Per dare, è necessario possedere, quindi accumulare. Quando qualcuno ha sperperato tutto, cosa gli rimane da distribuire? Essere economi, quindi, significa essere in grado di accumulare per poi saper spendere dove occorre, quando occorre e quanto occorre, e non di più.»

«Quanti strati opachi si frappongono tra la nostra coscienza ordinaria e la nostra coscienza divina! Ecco perché la cosa più importante che dobbiamo fare è applicare i metodi che ci permetteranno di disgregare i depositi e le scorie che in noi si oppongono alla manifestazione della saggezza, della forza e dell’Amore divini.Per preparare la pietra filosofale, gli alchimisti cercavano il solvente universale. Ma il vero alchimista è colui che cerca di dissolvere dentro di sé quella materia opaca, cattiva ispiratrice e pericolosa conduttrice, che fa da ostacolo alla sua unione con Dio. E volete sapere qual è il solvente migliore? L’umiltà. Ma questo solvente agisce efficacemente solo se noi sappiamo perché e in che modo dobbiamo essere umili; poiché non si tratta di sottovalutarsi e sminuirsi senza discernimento. Un’umiltà mal compresa può fare tanti danni quanto l’orgoglio. La vera umiltà è quella che ci permette di dissolvere la nostra natura inferiore al fine di fonderci con la Divinità.»

«Quanti strati opachi si frappongono tra la nostra coscienza ordinaria e la nostra coscienza divina! Ecco perché la cosa più importante che dobbiamo fare è applicare i metodi che ci permetteranno di disgregare i depositi e le scorie che in noi si oppongono alla manifestazione della saggezza, della forza e dell’amore divini.Per preparare la pietra filosofale, gli alchimisti cercavano il solvente universale. Ma il vero alchimista è colui che cerca di dissolvere dentro di sé quella materia opaca, cattiva ispiratrice e pericolosa conduttrice, che fa da ostacolo alla sua unione con Dio. E volete sapere qual è il solvente migliore? L’umiltà. Ma questo solvente agisce efficacemente solo se noi sappiamo perché e in che modo dobbiamo essere umili; poiché non si tratta di sottovalutarsi e sminuirsi senza discernimento. Un’umiltà mal compresa può fare tanti danni quanto l’orgoglio. La vera umiltà è quella che ci permette di dissolvere la nostra natura inferiore al fine di fonderci con la Divinità.»


«Sfruttate ogni opportunità per esercitare il vostro autocontrollo. Ci sono molte occasioni per imparare a resistere alla fame, alla sete, al caldo, al freddo, alla stanchezza. Non si tratta ovviamente di vivere nelle privazioni e nemmeno di diventare degli yogi, no, ma considerate questo: in genere chi ha fame o sete si precipita per trovare immediatamente qualcosa da mangiare e da bere, e se non lo trova subito si lamenta, brontola e si arrabbia.
Osservatevi e constaterete che in ogni tipo di circostanze, non sopportate di non poter soddisfare subito le vostre necessità, le vostre voglie e anche i vostri capricci. Allora come potrete resistere alla collera, alla gelosia, all’odio o al desiderio sessuale, che si impongono con tanta più violenza? Nonostante sappiate quanto è auspicabile dominarsi, nonostante proviate a imporvi l'autocontrollo, se non avete già imparato a rafforzare la vostra volontà con esercizi più facili, non ci riuscirete. »

«Si è presa l'abitudine di separare il piano fisico dal piano spirituale, ma la verità è che non esiste alcuna separazione tra l'uno e l'altro: c'è semplicemente un passaggio progressivo dal piano fisico al piano eterico e – ancora oltre – ai piani astrale, mentale, causale, buddhico e atmico.
Nell'uomo, questo passaggio dal piano fisico ai piani sottili avviene tramite alcuni centri e organi che sono, in qualche modo, i prolungamenti dei centri e degli organi fisici. Tali centri (il Plesso Solare, i Chakra, l'Aura) possono essere considerati come dei trasformatori che ci permettono di vivere in modo armonioso contemporaneamente sul piano fisico e sui piani psichico e spirituale, poiché tra loro si svolge un continuo andirivieni. Ed è questa la vera alchimia spirituale: la progressiva trasformazione della materia fisica, densa e opaca, in una materia fluidica, eterica, spirituale; e viceversa, la diffusione di questa materia spirituale nel corpo fisico, che viene allora vivificato e rigenerato.»

«Sia il rumore che il silenzio sono linguaggi. Il silenzio può esprimere l’arrestarsi di ogni movimento, l’assenza di vita, ma è anche il linguaggio della perfezione. Quanto al rumore, esso è l'espressione della vita, ma quella vita spesso è disordinata e ha bisogno di essere dominata, elaborata. I bambini, per esempio, sono rumorosi perché traboccano di energia e vitalità. Al contrario, gli anziani sono silenziosi. In parte ciò è dovuto al fatto che le loro forze sono diminuite e il rumore li affatica; ma spesso è anche perché sono diventati più saggi, più profondi, e ora il loro spirito li spinge a entrare nel silenzio. Per riesaminare la propria vita , per riflettere e trarre delle lezioni, essi hanno bisogno del silenzio per fare tutto un lavoro di distacco, di semplificazione, di sintesi.
La ricerca del silenzio è un processo interiore che conduce gli esseri verso la luce e verso la vera comprensione delle cose.»

«Sono le esperienze – e soprattutto le esperienze dolorose – a istruire gli esseri umani. Nessuno è risparmiato! Ecco, allora, il vero lavoro che ognuno deve fare: soffermarsi su ogni esperienza della vita quotidiana e trarne delle lezioni, in modo da poter avanzare sempre più sulla via della saggezza, dell'equilibrio e della pace. 
Ma quanti sono capaci di trarre delle lezioni da ciò che accade loro? Per tutta la vita fanno le stesse esperienze dolorose ma non imparano nulla, non fanno nulla – o ben poco! – per sfuggire al frastuono e ai disordini interiori in cui sono immersi! Soffrono, certo, e non ne sono fieri, ma sono abituati a quel tipo di vita e vi si rassegnano... È venuto il momento per loro di uscire da quella situazione. E ne usciranno se ogni giorno faranno lo sforzo di cercare l'armonia: amare, desiderare l'armonia, introdurla in ogni movimento, in ogni parola, in ogni sguardo. Sarà quello stato di armonia a illuminarli su tutte le loro esperienze e a dar loro i mezzi per trarne delle lezioni.»

«Talvolta siamo colpiti dal volto di coloro che, avendo dovuto affrontare gli intrighi, gli attacchi e i tradimenti di persone che frequentavano, sono riusciti a superare quelle prove: le espressioni del loro viso e lo sguardo manifestano la ricchezza della loro vita interiore. Essi dunque non hanno perso quasi niente in quelle prove; o, per usare il linguaggio bancario, si può dire che costoro hanno solo perso gli interessi momentaneamente, ma il loro capitale è rimasto intatto.
Osservate quelli che si lasciano andare del tutto alle delusioni e allo scoraggiamento, e paragonateli con coloro che riescono a superarli… Che differenza! Lasciandosi andare allo sconforto e all’amarezza, gli uni hanno perduto il loro vero tesoro, mentre invece gli altri lo stanno riguadagnando cento volte, mille volte di più: sono vivi, calorosi e sempre pronti a rimettersi al lavoro.»

«Tutti voi avrete sicuramente fatto delle escursioni in montagna, quindi avrete avuto occasione di notare che sono proprio le asperità delle rocce a permettervi di arrampicarvi. Cosa fareste se la roccia fosse liscia e senza scabrosità?... Ecco, ciò che avete capito riguardo alle escursioni in montagna, perché non lo capite quando si tratta di quel percorso tanto più significativo che è la vita? Perché desiderate che la vostra vita sia liscia, che non abbia alcuna asperità? In quelle condizioni non riuscirete mai a raggiungere la vetta, e soprattutto, per scendere, quanti ruzzoloni!
Per vostra fortuna la vita è piena di asperità, ed è grazie a esse se siete ancora vivi. Allora non lamentatevi degli ostacoli, degli inconvenienti e dei nemici: senza di loro non avreste niente cui aggrapparvi per salire. Coloro che desiderano vivere nella comodità, nella tranquillità e nell’opulenza, non si rendono conto che in realtà stanno chiedendo la propria rovina. Fortunatamente il Cielo è molto più saggio di loro: sa di che cosa hanno bisogno per progredire, e perciò non li ascolta.»

«Un uomo sta seduto tranquillamente, e il suo viso non esprime nulla di particolare. Ma ecco che nel suo mondo interiore si verifica un moto improvviso: un pensiero, un sentimento di timore, di amore, di collera… E allora tutto cambia: i tratti del volto, l’espressione dello sguardo, il colore della pelle. Con che rapidità qualcosa di tanto impalpabile e sottile – come lo è un pensiero o un sentimento – può produrre degli effetti sul corpo fisico! Un'emozione, ed ecco che si arrossisce, si impallidisce o si rimane pietrificati; può perfino accadere che alcuni ne muoiano. Com'è possibile che un'emozione abbia un tale potere sul corpo? Tutti questi fenomeni sono stati constatati; allora perché non è mai stata tratta la conclusione che è la vita psichica a dirigere la vita fisica? Il corpo fisico dipende sempre da un elemento psichico, spirituale, al di sopra di lui, che crea o distrugge, che dilata o contrae, che colora, modella… Certo, è sempre possibile agire sul corpo attraverso mezzi fisici; momentaneamente quei mezzi possono migliorare la vostra salute o il vostro aspetto. Ma la salute e la bellezza dipendono in misura molto maggiore dai vostri pensieri, dai vostri sentimenti e da tutto ciò che costituisce la vostra vita interiore.»

«Voi dite che è impossibile aiutare il Mondo intero, portare la  Luce e la pace a tutti gli esseri umani... Sono così numerosi! Certo, se presentate il problema in questi termini, è impossibile fare qualcosa, ma se conoscete certi metodi, ciò diventa possibile. Cercate, per esempio, di immaginare l'umanità come un unico essere. Sì, immaginate l'umanità come un essere che è lì accanto a voi, mentre gli tenete la mano dandogli molto Amore... A quel punto, alcune piccole particelle della vostra Anima se ne vanno in tutte le direzioni dello spazio, e ciò che fate per quell'essere si riflette su tutti gli uomini e le donne nel Mondo i quali, a poco a poco, inizieranno ad avere altri pensieri e altri desideri, migliori e più generosi. Se fossimo in centinaia, in migliaia, a fare questo esercizio, un soffio nuovo, un soffio Divino, passerebbe attraverso tutte le creature, e un giorno queste si risveglierebbero veramente trasformate.»

«Voi potete perdere solo ciò che non vi appartiene veramente, vale a dire ciò che non fa ancora parte di voi. Per un momento avete la fede, e un momento dopo dubitate; per un momento avete la luce, e un momento dopo siete nell'oscurità; per un momento amate, e dopo non amate più. Ciò significa che né la fede né la luce né l'amore vi appartenevano. Per far sì che vi appartengano, voi stessi dovete diventare la fede, l'amore e la luce.
Quando Gesù diceva: «Io sono la luce del mondo», si identificava con la luce. Non ha detto che la luce era in lui o con lui, ma che egli era la luce. C'è in questa formula un grande sapere su cui meditare e che può essere utilizzato in tutti i campi della vita interiore. Sul piano materiale possiamo perdere molte cose che ci appartengono, ma ciò che è “noi”, ciò che è mescolato a noi, fuso con noi, ed è diventato in noi “carne e ossa”, quello non possiamo perderlo.»

«Volete diventare più vivi? Volete che la vostra vita diventi più intensa nelle sue vibrazioni e nelle sue emanazioni? Fra le decine di metodi che posso darvi, ricordatene almeno uno. Prendete coscienza di tutta la vita che esiste attorno a voi, ovunque nella natura, ma anche negli esseri umani. Salutando le persone che incontrate, cercate di percepire la scintilla di vita divina che abita in loro, ringraziatele per tutto ciò che esse vi danno o che fanno per voi, e a volte senza neppure che lo sappiate. Essere vivi significa meravigliarsi sempre, vedere sempre gli esseri e le cose intorno a noi, e al di sopra di noi, come se fosse la prima volta.
La vita è il legame più forte che ci unisce a Dio, e anche se è possibile trovare la religione nelle chiese, essa è prima di tutto nella vita. Ecco perché dobbiamo mantenere una relazione cosciente con le sue manifestazioni più potenti e più belle. Questo studio della vita lo portiamo avanti nell'arco di milioni di anni, poiché si tratta di una scienza senza fine, ed è ciò che la rende così avvincente. Una volta che si è iniziato, si sente che non ci si potrà più fermare.»

 

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